Xavi balla E avanza Luis Enrique
Dopo il flop in Champions Barça oggi a casa di Gattuso Dopo un anno, il suo bilancio non è quello che ci si aspettava Si fa già il nome del ct spagnolo
La panchina di Xavi inizia a scricchiolare. Ritenuto intoccabile fino a pochi giorni fa, in quanto adepto professo del guardiolismo più oltrodosso - di cui, per altro, fu miglior espressione in campo, insieme all’inseparabile sodale Andrés Iniesta - il tecnico catalano inizia ad essere messo in discussione anche dai media locali, che lo avevano accolto come un profeta, lo scorso anno, quando tornò all’ovile dopo l’esperienza in Qatar, per sostituire il mal digerito Ronald Koeman. Cambio che non ha sortito i risultati auspicati. Anzi.
LE PRIME 50.
I numeri a confronto si rivelano spietati. Se è vero, infatti, che il 27 ottobre dello scorso anno, l’allenatore olandese fu cacciato con i blaugrana che occupavano una desolante 9ª posizione in Liga e il suo successore riuscì a far risalire fino alla 2ª posizione, nel giorno dell’esonero il vecchio Rambo Koeman distava 8 punti dai futuri trionfatori del Real, mentre al termine del torneo, la distanza è aumentata fino a 13 lunghezze. Ma il dato più scoraggiante riguarda il bilancio delle prime 50 partite alla guida del Barça, traguardo raggiunto da Xavi giusto in coincidenza con la sconfitta nell’ultimo Clasico di due settimane fa. Bene, con 28 vittorie, 11 pareggi e altrettante sconfitte, Xavi si piazza alla 25ª posizione tra gli allenatori del club. Se i numeri di Luis Enrique, primatista della speciale classifica con 42 vittorie, 3 pari e 5 sconfitte, sono inarrivabili, salta all’occhio che anche Koeman ha fatto meglio, con 33 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte.
L’OMBRA DI LUCHO. A far pensare per la prima volta a una destituzione ritenuta impensabile solo fino a un paio di settimane fa, la seconda eliminazione di fila dalla fase a gruppi della Champions. E se lo scorso annoc’erano tutte le attenuanti, dopo la sontuosa campagna acquisti di quest’estate, con l’arrivo dei vari Lewandowski, Koundé e Raphinha, le scuse iniziano a latitare. Anche perché il Barça due volte nella vecchia coppa Uefa non si vedeva dai tempi del mitico Terry Venables, 34 anni fa. «Ora dobbiamo cambiare il chip e concentrarci sulla Liga», il mantra di Xavi alla vigilia della visita al Valencia di Gattuso. «Io sento la fiducia totale verso il nostro progetto. Possiamo puntare alla Liga, all’Europa League e alla Coppa del Re». Sarà, però nelle ultime ore è tornato d’attualità proprio il nome di Luis Enrique, il cui contratto con la Federcalcio spagnola scade il 31 dicembre.
Nelle sue prime 50 gare al timone ha fatto peggio anche di Koeman