Corriere dello Sport

Ascoli a Venezia Dubbio Dionisi

- Di Giancarlo Febbo ASCOLI

L’Ascoli è partito per la delicata trasferta di Venezia portandosi dietro il dubbio-Dionisi (per il capitano sarà decisivo l’ultimo provino a cui si sottoporrà questa mattina) e un paio di certezze, come il rientro di Gondo (dopo la squalifica) e, soprattutt­o, l’entusiasmo delle ultime due vittorie contro Bari e Cagliari che può rappresent­are l’arma in più. Contestual­mente non viene affatto snobbata questa trasferta contro una retrocessa dalla Serie A, anzi… .

ATTENTI AL VENEZIA.

«Il Venezia è una squadra molto forte, al pari di Genoa e Cagliari – è, non a caso, l’incipit di Cristian Bucchi - può giocarsi la promozione diretta visto che ha qualcosa in più degli altri nell’organico, composto per il 95% dai calciatori che lo scorso anno erano in Serie A e quelli che sono arrivati sono di altissimo livello. Penso a Cheryshe, che ha fatto una carriera incredibil­e a Valencia, a Pohjanpalo, che ha militato tanti anni in Bundesliga e si sta dimostrand­o calciatore importante nella nostra Serie B. E’ una rosa di altissimo livello, probabilme­nte ha avuto delle difficoltà, ma è una squadra molto forte, aspettiamo­ci una partita tosta, difficile, contro un

Venezia molto fisico e dinamico, sarà una gara fatta di tante battaglie, duelli, contrasti, riconquist­e, dovremo essere attenti, solidi, concentrat­i come nelle ultime uscite, senza fare un passo indietro e senza sentirci carini e bellini perché sarebbe l’errore più grande che potremmo commettere», avverte il tecnico bianconero che chiede ai suoi continuità dopo i due successi con Bari e Cagliari che hanno attutito gli effetti collateral­i della sconfitta in casa col Modena di Tesser.

I marchigian­i ritrovano però Gondo in attacco e ci riprovano

STRATEGIA. Quindi, ecco come l’ha preparata lui per l’Ascoli: «Parole d’ordine sono continuità e spirito. Nell’ultima gara è emerso lo spirito di sacrificio, la voglia di combattere. Si vedevano tante maglie bianconere che si muovevano all’unisono, uno spirito e un’anima, c’erano voglia di fare risultato, di sacrificar­si per il compagno, voglia di lottare su ogni pallone come se fosse l’ultimo. Ecco, lo stesso mi aspetto a Venezia».

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Federico Dionisi, 35 anni

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