Corriere dello Sport

Zaniolo gode «Mi serviva un gol così»

Non doveva essere in campo, ma, annullata la squalifica, è entrato e ha ribaltato la partita

- Di Chiara Zucchelli ROMA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Era una gara difficile ma non potevamo fallirla Se abbiamo dato il 100%, nel derby daremo il 200%»

Non avrebbe dovuto essere in campo, ieri sera. Ieri sera Nicolò Zaniolo doveva essere allo stadio in tribuna, squalifica­to, e avrebbe dovuto trascorrer­e la giornata a Trigoria a fare fisioterap­ia per l’ematoma alla coscia. Invece non solo era in campo, ma nel secondo tempo ha cambiato la partita. Due rigori conquistat­i, un gol meraviglio­so e un sorriso grande così, come non gli si vedeva da un po’. Ha lasciato il campo quasi per ultimo, perché non voleva perdersi la festa e l’abbraccio dei tifosi, letteralme­nte ai suoi piedi, ma poi le interviste chiamavano e allora Nicolò Zaniolo è corso a rispondere. «Questo gol serviva a me e alla squadra», ha ammesso al fischio finale, mentre all’Olimpico si sentivano le note di “Grazie Roma”.

GRAZIE NICOLÒ. Grazie anche a lui, che è mai stato il tipo da nascondere le cose e le emozioni. Nel bene e nel male, il ragazzo cresciuto a La Spezia e la sua famiglia si sono sempre mostrati senza filtri. Cadute e risalite. Per questo i romanisti lo amano così tanto: «Sapevamo che era una partita difficile ma non potevamo fallire, avevamo un’occasione troppo importante. Abbiamo avuto un primo tempo difficile, ma l’importante è che tutti diamo il 200% per la Roma e questo lo facciamo sempre. Eravamo carichi più che mai, ma adesso pensiamo a domenica perché c’è una battaglia da vincere».

ECCO LA LAZIO. Con lui in queste condizioni la Roma affronta la Lazio con più fiducia e consapevol­ezza, nonostante una squadra stanca in molti dei suoi interpreti principali: «Una vittoria così serviva a tutti. Il derby sarà difficile, ma è una sfida importanti­ssima per noi e per la gente, lo sappiamo. Di certo, se oggi (ieri) abbiamo messo il 100%, contro la Lazio metteremo il 200%». La sua storia con i biancocele­sti è una storia fatta di sfottò, insulti e gesti non proprio eleganti, da una parte e dall’altra, ma è anche la storia di un ventitreen­ne non romano che vive questa rivalità come, all’epoca, la viveva gente come Totti e De Rossi, nata e cresciuta nella capitale. Per questo la panchina della scorsa stagione nell’ultima stracittad­ina gli ha fatto male, ma adesso non è tempo di guardare o pensare al passato.

FINALMENTE I GOL. Esiste solo il presente e il presente dice che è stato determinan­te in Europa, ancora una volta: «La mia lucidità sottoporta? Se sbagli magari è un problema più di precisione, sono periodi: a Verona ho segnato e anche ora in Europa, ci sono state altre partite dove potevo fare di più, sono stato sfortunato, a volte poco preciso, altre volte ho trovato bravi portieri. Adesso va bene così». Bene, anzi benissimo per la Roma: «Davanti al numero uno del Ludogorets, in quell’istante, avevo due opzioni: o facevo un pallonetto o la mandavo sotto le gambe - il racconto di Nicolò sul suo gol -. Ho preferito la seconda scelta perché era più sicuro e solo lì davanti non potevo sbagliare». Anche quest’ultima frase racconta molto di Zaniolo, un ragazzo che è cresciuto, che sulla pelle ha tatuaggi e cicatrici ma che oggi, a sue spese, ha imparato che a volte la soluzione giusta è anche la più semplice. Meno effetti speciali, più concretezz­a. Sempre ammesso che sia facile fare un gol come quello che ha realizzato lui davanti a un Olimpico impazzito di gioia: «È stata una vittoria di squadra, sporca e di carattere. Bisogna vincere anche queste partite. Noi lo abbiamo fatto e siamo contenti per il passaggio del turno». E pensare che non sarebbe dovuto neppure essere in campo...

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ANSA Nicolò Zaniolo dopo il gol in campionato con il Verona ieri a segno per la seconda volta di fila

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