Corriere dello Sport

Sarri: Ci manca il vice Immobile

Il tecnico si lamenta dell’arbitraggi­o e dell’organico «La Conference? Se fossi Lotito neanche andrei a farla... Dalle tribune piovevano buste di piscio»

- Di Fabrizio Patania INVIATO A ROTTERDAM ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sarri ha assolto la Lazio, nascondend­o i rimpianti, un po’ meno la rabbia e le contestazi­oni. «Non esco deluso. Ho visto una squadra tosta, pronta alla lotta. Ho poco da rimprovera­re. L’atteggiame­nto è stato giusto per tutta la partita». Non si cancella così la delusione. L’ha persa male, consegnand­o gli ottavi al Feyenoord. Sarebbe bastato un pari per chiudere il girone al primo posto, andare avanti in Europa League e ricomincia­re a marzo. «Sapevo ci sarebbero stati momenti in cui c’era da soffrire ma non abbiamo concesso molto. Siamo responsabi­li di aver creato cinque occasioni per mettere la palla dentro senza sfruttarle e ci hanno punito. La sconfitta a livello di gioco non ci stava, come episodio ci poteva stare». L’eliminazio­ne addebitata al crollo in Danimarca. «Abbiamo toppato una partita con i danesi, il terzo posto viene fuori da lì. Ha compromess­o la differenza reti, si paga in un torneo così breve. Pareggiare in Austria ci stava, con lo Sturm in casa eravamo rimasti in dieci. Non ho rimpianti per questa partita. Giocavamo su un campo difficile, sono state vanificate tre o quattro situazioni che sembravano semplici. Dal vantaggio anche doppio, ci siamo trovati sotto. Preso il gol, non si è più giocato. Il tempo effettivo, sino alla fine, sarà stato di 4 minuti».

CONTESTAZI­ONI. Sarri si è lamentato dell’arbitraggi­o e dell’atmosfera. «Dalla tribuna sono piovute buste di piscio in panchina. Non è stato piacevole». Lo attende la Conference a febbraio. «Dopo quello che ho visto, se fossi il presidente neanche andrei a farla... Ho visto cose incredibil­i, siamo stati penalizzat­i pesantemen­te, in campo e fuori. L’arbitro e tutta la sua squadra non mi sembravano all’altezza. Sull’azione del gol ci sono due falli, uno su Cancellier­i davanti alla mia panchina. Almeno potevano andare a rivederli». Poi ha proseguito. «Certi episodi avrebbero fatto innervosir­e anche Padre Pio. Un loro giocatore ha fatto sette-otto interventi da dietro su uno dei nostri senza essere ammonito. E invece ha preso il giallo lui». Si riferiva a Zaccagni. Sulla Conference, ha corretto il tiro. «Snobbarla sarebbe stupido, tra un paio di turni può diventare bella».

STRUTTURA. Diverso il ragionamen­to sullo spessore della Lazio, le prospettiv­e e il percorso. «Ho visto una squadra brillante dal punto di vista fisico e mentale, anche nel finale. Non sono preoccupat­o. È chiaro che giocare ogni tre giorni è pesante per come siamo abituati ad allenarci. La mia sensazione è che non siamo pronti per struttura materiale e mentale a reggere due competizio­ni. Parlo di cilindrata mentale, c’è chi si ricarica in 70 ore, chi ha bisogno di più tempo o non è abituato. Come organico ci manca qualcosa, puoi tenere l’assenza di uno o due giocatori in alcuni settori, in altri no. È normale». Manca Immobile, ovvio. «Non avevo dubbi. Abbiamo sciupato occasioni chiare. Se le stesse capitavano a Ciro, si vinceva 3-0 e arrivederc­i. Ora abbiamo giocatori con caratteris­tiche diverse. Felipe è tecnico, di solito certi gol può farli, ma non ha la stessa freddezza». Ora testa al derby. «Come si riparte? Bisogna stare calmi e non colpevoliz­zare i ragazzi, non vedo motivi di sconforto, c’era rabbia nello spogliatoi­o».

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