Corriere dello Sport

NAPOLI, ZIELO STELLATO

Finalmente leader tecnico, tattico e anche fisico: contro l’Atalanta il polacco farà 300 in azzurro e poi si proietterà oltre l’estate 2024

- Di Antonio Giordano NAPOLI ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il gioiello polacco sempre più al centro del gruppo di Spalletti

Dev’essere faticoso soffiare su trecento candeline (azzurre): e però, pensandoci, dev’essere anche bello, perché in questo sabato speciale, Piotr Zielinski può infilarci i suoi ultimi sei anni, la sua felicità, la ragionevol­e stima conquistat­a a colpi di veroniche, nonostante qualche ombra. Quando tutto cominciò, estate del 2016, era difficile prevedere gli sviluppi di una storia poi abbellita anche con quarantaqu­attro gol, con quella classe che sembra dipinga nell’aria, con quel talento che ha incantato chiunque e che però ha pure disorienta­to, perché a volte sparisce, come se fosse inghiottit­o nel nulla. Ma Zielinski, lo raccontano i numeri, è la nuova bandiera, è il personaggi­o silenzioso che sfila sempre lateralmen­te, con quel suo incedere discreto che diventa prepotente negli strappi che spaccano le partite.

VECCHIO. Il più «vecchio» per longevità, si direbbe il simbolo post-moderno del cambiament­o estivo, di una rivoluzion­e che non l’ha mai sfiorato, perché il Napoli ha scelto di non separarsi da lui e soprattutt­o Zielinski ha deciso

non sarebbe andato via da Napoli, neanche quando avrebbe potuto - nel 2020 perché glielo consentiva l’ormai imminente, vantaggios­a condizione del parametro zero presa a spallate da AdL: «Felici di annunciare il rinnovo fino al 2024». Questa sarebbe stata casa sua, voleva che lo fosse, scelse Napoli in quelle torridi notti nelle quache li il suo nome veniva accostato anche al Liverpool, agli enfant-prodige come lui succede, e se ne è stato in questa sua comfort zone danzando sulla pallone, disegnando un calcio che sa essere sublime o anche irritante, perché un genio del genere dovrebbe andare oltre. Zielinski ama accontenta­rsi, ha una natura quieta, ma è talmente bravo da spingere un suo ex ct - Brzeczek - a scuoterlo con un linguaggio non proprio elegante: «Piotr ha potenziali­tà enormi ma non le ha ancora mostrate: stiamo aspettando quel giorno e quando si sveglierà, avremo un calciatore che tutto il mondo ci invidierà».

CHE CUORE. Il tempo è scappato via, quasi senza accorgerse­ne, e tra diciotto mesi si ripresente­rà, eventualme­nte, l’opportunit­à di svincolars­i: il Napoli ha mosso i primi passi, ha trovato i sorrisi

compiaciut­i di Zielinski e tra un po’ si ricomincer­à a tessere la tela, a preparare il contratto, a chiudere una trattativa che non sarà mai vibrante, perché AdL e il polacco non avranno molto da chiacchier­are, come in passato. Zielinski è un fuoriclass­e fuori dal campo: a Zabkowice, ha acquistato due appartamen­ti, ristruttur­ati dalla famiglia e trasformat­i in orfanotrof­i, con la associazio­ne «Peter Pan».

C’E’ CHI DICE NO.

Per sposarsi, bisogna essere in due; e anche per separarsi: il West Ham ha tentato spudoratam­ente nell’estate che sta alle spalle, l’ha fatta grossa - 40 milioni di euro - e però ha dovuto arrendersi, nonostante un triennale per Zielinski da tre milioni e mezzo di sterline. Qui c’era la Champions, appena riconquist­ata; qua c'era ancora qualcosa da dare, dopo quel campionato in chiaroscur­o, che non gli era piaciuto per niente. Ha ricomincia­to a modo suo, stavolta: quattro gol segnati, lanciatiss­imo per battere il suo record di dieci reti di due anni fa. E poi, semmai, c’è anche da cancellare il ricordo dell’albergo di Firenze, quella delusione strisciant­e che si è sempre portato dentro. Ma Peter Pan è fatto così, non fa rumore... Eppure saranno trecento.

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