«Emozione enorme un gol all’Olimpico»
Romero felice per la sua prima rete, pesante, in Serie A «Tutta la squadra mi dà consigli, qui sto bene. È molto importante per me la considerazione di Sarri»
Sguardo da bambino, felicità difficilmente camuffabile. Luka Romero sfila a fine partita per la passerella conclusiva, lo fa trasformandosi per l'occasione da falconiere e portando a spasso sul suo braccio sinistro l'aquila Olympia. È questa l'istantanea che racchiude meglio la partita di ieri, è lui l'uomo copertina della Lazio che ha deciso un match complicato, contro un avversario difficile da superare. Ha scelto il momento giusto per sbloccarsi, regalandosi a poco più di una settimana dal suo 18esimo compleanno un ricordo che non dimenticherà mai: «Questo è il miglior regalo del mondo. Più o meno me lo sognavo così questo momento, decisivo per i tre punti finali e davanti alla gente laziale, in uno Stadio Olimpico pieno di gente. Sono molto felice, è un'emozione enorme, non me lo sarei mai immaginato. Voglio salutare mia madre e mio fratello che mi stanno guardando da Maiorca».
PREDESTINATO. Ma lo aspettava, eccome. A Formello lo attendevano un po' tutti, per veder sbocciare finalmente quel talento arrivato dalla Spagna nel luglio del 2021 con aspettative importanti e tante recensioni di spessore. Il predestinato, così lo hanno etichettato addetti ai lavori, osservatori, scout. Ci si aspetta moltissimo da questo argentino, seppur nato a Durango, in Messico, neanche 18 anni fa. Si è sbloccato con una zampata mancina sottomisura dopo la parata di Di Gregorio sul tiro al volo di Pedro. Si è avventato su quel pallone vagante prima di tutti ed è riuscito a trasformarlo in oro. Un gol a suo modo storico, perché nessun 2004 prima di lui ne aveva segnato uno in Serie A. E che lo rende il secondo marcatore più giovane della storia della Lazio in campionato dietro ad Alessandro Capponi (17 anni, 4 mesi e 7 giorni), il primo considerando solo il dopoguerra, superando così il precedente primato di Marco Di Vaio (18 anni, 4 mesi e 5 giorni). Lui ci è riuscito a 17 anni, 11 mesi e 23 giorni, scrivendo così una pagina di storia della squadra biancoleste (e "albiceleste", dal momento che è pure l'argentino più precoce, superando Dybala che in Palermo-Sampdoria aveva segnato a 18 anni, 11 mesi e 27 giorni).
PROFEZIA. Ora tutti sperano ne possa scrivere molte altre in futuro, anche se le sue parole di qualche settimana fa in cui chiedeva più spazio avevano fatto un po' preoccupare i tifosi. Adesso però sta trovando maggiore continuità e i risultati si stanno vedendo: «Penso di sì, mi piace quando entri in campo e senti tutta la gente che ti sta vicina. Sarri è molto importante per me. E sono contento soprattutto per come mi trattano i compagni. Tutti mi danno sempre consigli ed è fondamentale percepire il loro appoggio, mi fa sentire bene». Proprio poco prima di entrare, ci ha pensato Luis Alberto a indottrinarlo
e dispensargli qualche ultimo consiglio: «Mi ha detto di calciare in porta, di giocare come faccio in allenamento. Lui è un amico molto speciale, così come Pedro e gli altri. Sono davvero felice, tutti mi stanno aiutando». E
adesso dovrà essere lui a continuare ad aiutare la Lazio, magari già dalla prossima gara contro la Juventus: «Stiamo lavorando bene, ora dobbiamo continuare così e vincere anche domenica».
«Luis Alberto mi aveva detto di tirare in porta come a Formello»