Corriere dello Sport

Dodici gol contro tre big Questione di personalit­à

Tre modi diversi (tutti fuori casa) di uscire sconfitti, ma sempre tantissime reti subite. Ecco perché

- Di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Gestire la tensione con le big è il prossimo passo del percorso di crescita che Thiago Motta ha previsto per il suo Bologna. I numeri dicono tutto: 12 gol in 3 sfide contro le squadre più quotate, quelle che viaggiano a ritmo scudetto (o vorrebbero farlo) o con quelle più blasonate.

I GOL INCASSATI. Tre gol incassati contro la Juventus, tre contro il Napoli, ben sei contro l’Inter. Il gruppo di Thiago ha imparato a lavorare come si deve quando di mezzo ci sono le medio-piccole. Non è un caso che i successi siano arrivati contro Lecce, Monza e Torino. Lì il Bologna sa come affrontare le situazioni e i giocatori conoscono i fattori di rischio. Contro le big l’equilibrio va in frantumi alla prima difficoltà. Con Mihajlovic questo aspetto era stato colmato. Non serve andare troppo lontano: contro la Lazio il Bologna aveva preso due gol, due ne aveva presi anche contro il Milan. Il discorso non riguarda le sconfitte o le vittorie, i gol incassati o quelli segnati, ma l’aspetto gestionale della gara.

GESTIONE. E’ lì che Motta sta intervenen­do. Dopo i tre successi consecutiv­i (quattro con quello in Coppa Italia), contro l’Inter il Bologna aveva a disposizio­ne un match per testare ambizioni e possibilit­à di classifica. I gol presi non dicono tutto. Sono molti, è vero. Ma quel che conta davvero è la fragili

tà mentale con cui i rossoblù hanno abbandonat­o la partita. Questo con Mihajlovic succedeva in maniera diversa e non ci sono confronti a breve gestibili (per esempio si subivano le rimonte in misura maggiore e se ne effettuava­no di meno). Non ci sono paralleli, né confronti.

SALTO DI QUALITÀ. Motta sta facendo il suo percorso e i ri

sultati parlano per lui. Ma certo per arrivare al salto di qualità, l’allenatore dovrà essere bravo a ragionare anche su gare come quella contro l’Inter, o con le big in generale. Come? Difficile da dire. Motta è un abile comunicato­re interno, che sa tenere tutti dentro, che sa dare importanza al gruppo, «al collettivo» come dice lui. Senza quello non si va da nessuna parte.

SASSUOLO. Tutte diverse le partite contro le big affrontate fin qui. Non bene con la Juventus. Benissimo quella con il Napoli. Senza nerbo quella contro l’Intero meglio senza raziocinio alla prima difficoltà (cartellini a sfavore e clamorosa punizione contro assegnata per il 2-1). Nessun dato costante permette al Bologna di autoanaliz­zarsi. La sfida con il Sassuolo, gara in cui sarà presente anche Joey Saputo, è un ibrido. I neroverdi rientrano nel gruppo delle formazioni alla portata di Motta, ma contro le grandi il Sassuolo ha saputo fare anche bene. Contro il Milan, per esempio, è arrivato un pari. Contro l’Inter una sconfitta di misura. In altri contesti, per esempio la sfida contro il Napoli, i neroverdi sono crollati. Segno che la gestione emotiva quando il Sassuolo affronta le big non è costante. Il Bologna dovrà dunque ragionare anche in questa chiave. C’è tutto il tempo. La prossima sfida contro una big sarà molto in là nel tempo. Alla ripresa del campionato, a gennaio, la prima del 2023 sarà proprio una di quelle sfide. Contro la Roma. Per quel match Motta è convinto di poter far crescere i suoi.

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Medel, Lautaro e l’arbitro Colombo alla sua “prima”a San Siro

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