Ferrari che follia, Haa
La pioggia, l’errore di Russell, la confusione della Rossa: il venerdì del Gp del Brasile Il muretto di Maranello pasticcia con le gomme e Leclerc parte 10º nella sprint: «Ho accettato le intermedie...». Splendido Magnussen: primo
La storia folle di Kevin Magnussen, in pole con la Haas dopo esserne stato cacciato meno di due anni fa, potrebbe già dare una pallida idea della giornata di ieri, ma per averne una misura precisa bisogna spingersi nel surreale. La Haas non solo prima ma anche ultima, con Mick Schumacher. George Russell sprofondato nella ghiaia nel momento topico della qualificazione, ma terzo.
La pioggia scesa su Interlagos potrebbe spiegare tutto - anche Hamilton in quarta fila - ma non certo lo stato confusionale in cui s’è mostrata la Ferrari. Il caos s’è annunciato subito in Q1, quando i meccanici sembravano non sapere più quali gomme montare a Leclerc: ecco le intermedie, no le soft usate, poi finalmente le soft nuove, due set addirittura, un turbinio di pneumatici attorno alla Rossa numero sedici sotto gli occhi attoniti di Sainz, che lì dietro aspettava il momento del suo cambio gomme.
Ha avuto anche fortuna, la Ferrari, passando il taglio per poco con Leclerc dodicesimo e Sainz quattordicesimo. Sembrava si fosse rimessa in marcia nella Q2 con i due preceduti di millesimi dal solo Verstappen. Poi la Q3, ed è scesa la notte. Tutti in pista con le gomme soffici per sfruttare gli ultimi minuti di pista asciutta, prima che arrivasse la pioggia. E Leclerc unico con le intermedie da bagnato, inspiegabilmente. Scelta sua? No di certo visto che poi ha detto: «Ho accettato di montare le intermedie». Quindi lo ha deciso il muretto. Speravano piovesse ed era anche possibile, ma perché rinunciare al tentativo di mettere in banca un giro asciutto, come hanno fatto tutti gli altri?
Charles ha chiesto subito le previsioni del tempo ai suoi: «Ditemi in fretta cosa fare!» E lo hanno richiamato, con ritardo, quando aveva già passato l’ingresso della corsia box.
Charles abrasivo: «Bella chiamata! Splendida!» Quando è rientrato per montare le
soft, ha preso a piovere. La sessione si è interrotta per l’uscita di Russell e s’è capito che non sarebbe più ripresa (pioveva e nessuno avrebbe migliorato il tempo). Il povero Charles s’è avviato al muretto con la testa penzoloni, casco ancora su. Nero, mortificato, disperato, anche se poi s’è presentato alle interviste con frasi di maniera, da uomo-squadra.
Questa è stata la folle premessa all’ultima Sprint dell’anno in cui tutti sperano di guadagnare qualche posizione, e Magnussen di non perderne troppe. L’ordine d’arrivo della gara corta (100 chilometri) determinerà la griglia per il GP Brasile di domani, quando Carlos Sainz perderà cinque posizioni per aver sostituito il motore termico. Non il turbo, invero vecchiotto, mantenuto per non farlo sprofondare troppo (pagherebbe altre cinque posizioni).
FERMENTI SPRINT. Intanto la Sprint non è più solo l’evento che assegna le posizioni di partenza del GP, ma un’occasione di confronto tra tutte le componenti della Formula 1, che vorrebbero renderle più accattivanti.
Se Stefano Domenicali le adora (e ti credo: è il primo strumento in grado di ampliare la torta dei proventi) e le squadre per analoghi interessi le sopportano, i piloti non sono sulla stessa lunghezza d’onda.
Leclerc ama il format che molti detestano, a cominciare da Verstappen. «Non si corre davvero - ha detto il bi-campione del mondo - perché sai bene di non poter rischiare per via del GP del giorno dopo. Finora ho sempre pensato a non far danni alla macchine e a chiudere fra i primi tre, ma non è mica un bel modo di stare in pista».
Sainz oggi quinto sconterà solo domani la penalità per il nuovo motore