Napoli e Juventus tanta sostanza di diverso segno
Una battuta del “filosofo” Zaccheroni liquida la inutile sfida fra Risultatisti e Estetisti
CiaoItalo!AVeronaho vistolasolitaJuventus:vaneazionitentateeunadifesache bene o male se la cava. Ma il bel gioco non esiste e i risultati volta e gira basta un tiro eseliprende.Io,sindaquando conosco questa squadra, sonostatosedottodaldivertimento nel vederla giocare, e quando a questo si univa anche una buona posizione inclassificaerofelice. Ormai c’è un primo tempo inguardabileeunsecondoincuiaccade all’improvviso qualcosa e finisce col vincere. Questo, con sul groppone l’infelice ideona del Var a non concedere al Verona due rigori inoppugnabili. Allegri, sicuramente stupito anche luidiunaJuveallosballo,alla fine se ne esce col suo “ottima partita”. Sì, perché ha vinto e perché, e lo sa bene, è più che mai assistito da una fortuna pazzesca. Fossero andate in porto le tante azioni d’assalto prodotte dal Verona, che avrebbe detto? Giovanni Basi,
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Oddio, adesso che mi sono perso Adani ti ci metti tu a criticare la Juve di Allegri che vince giocando male? La disfida Risultatisti-Estetisti è finita. Molti già immaginano un confronto Napoli-Juve nel 2023. Perché conta solo la sostanza. Anche d’opposta qualità. Che non è solo la vittoria, tre punti e porta a casa. È il calcio. L’altro giorno, chiacchierando in radio con Alberto Zaccheroni, ho colto dalla sua esperienza una verità semplice, forse anche banale, ma fondamentale se rivelata da uno che se ne intende. «Il Napoli di Spalletti? - ha detto - Molto bello, tutta sostanza». La sostanza del Napoli è bellezza, felicità, pragmatismo, tecnica, agonismo, ispirazione, mi piace dire da sempre anche solidarietà, unione di spiriti. La sostanza della Juve è priva di bellezza estetica ma c’è chi - come me - adora nel calcio la sofferenza che sfocia nella gioia, il male che diventa bene. Il gol in più, sia come sia, è sostanza. Ma sostanza è anche l’orgoglio (dopo il grido di Agnelli “Vergogna!”), è la resistenza ai malanni fisici e organizzativi, è la fedeltà dei vecchi, la baldanza dei giovani, l’umiltà dei Fagioli (doppio senso, sì) l’onestà dei paria mentre i nobili - come Di Maria - pensano soprattutto al Mondiale. Sostanza - dice Zaccheroni e non si preoccupi dell’audace accostamento, è un gioco e lui diventa filosofo, come Manlio Scopigno - è come spiega Aristotele: «Sostanza intesa come composto indissolubile di forma e materia in quanto formano un individuo concreto». Come Hegel: «Essenza, cioè l’aspetto o la parte essenziale o fondamentale, l’estrinsecarsi dell’Essere, il fondamento dell’esistenza». Come Locke: «La sostanza è un’idea complessa che deriva dall’aggregazione di più idee semplici».
Grazie Zac. E grazie anche a Luciano e a Max, suvvia…