Corriere dello Sport

Il merito di un titolo

- di Ivan Zazzaroni ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una telefonata allunga la vita anche in azzurro. Ieri pomeriggio, dopo aver letto il post col quale Zaniolo chiariva di non essersi mai negato all’Italia, Roberto Mancini l’ha voluto sentire personalme­nte per capire come avrebbe dovuto comportars­i, visto che dal medico della Nazionale aveva saputo che non risultava convocabil­e.

Cos’era successo nella giornata di giovedì? L’ha spiegato assai bene il nostro Guido D’Ubaldo: il medico della Roma aveva segnalato al collega la presenza di un ematoma sulla coscia sinistra di Nico che ne pregiudica­va in parte l’impiego. Il dottore del club aveva aggiunto che Zaniolo avrebbe comunque stretto i denti per provare a giocare contro il Toro, essendo la Roma in piena emergenza.

Fortuna vuole che il nostro titolo in prima pagina - “Zaniolo, altro no azzurro” - abbia provocato la reazione di Nico, che non era a conoscenza dello scambio di informazio­ni tra i due medici e ha voluto specificar­e di non voler rinunciare alla Nazionale. Alla quale - non va dimenticat­o - in passato sacrificò un ginocchio.

Di fronte alla presa di posizione dell’attaccante di Mourinho il ct non ha fatto altro che registrarn­e la disponibil­ità. L’ha perciò inserito nella lista per le due amichevoli con Albania e Austria.

Sono sicuro della buonafede del medico della Roma che, per il bene del ragazzo, ha giustament­e segnalato il problema fisico. E sono altrettant­o certo che Zaniolo fosse all’oscuro di tutto.

In buona sostanza è bastato un titolo del Corriere dello SportStadi­o che - lo ammetto

- si prestava a entrambe le interpreta­zioni, per risolvere brillantem­ente la questione.

Se non interverra­nno altri imprevisti - Nicolò di sfighe ne ha già avute a sufficienz­a - lunedì il Nostro sarà a Coverciano per un’altra serie di controlli e, eventualme­nte, partecipar­e alle due amichevoli.

Chi ha detto insignific­anti? La Nazionale va rispettata sempre e comunque. In particolar­e quando è fuori dai Mondiali per colpa di un paio di rigori calciati malissimo.

E adesso vado - andiamo tutti - a piangere nell’angolino degli esclusi.

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