Corriere dello Sport

Pedro e l’assenza di Ciro «Alla Lazio manca lui»

L’attaccante spagnolo analizza la pesante sconfitta di Torino ma rimane convinto del valore del gruppo «Senza Immobile cambia il nostro modo di giocare Lotteremo sino alla fine per andare in Champions»

- Di Daniele Rindone INVIATO A TORINO

Era una Lazio strana, diversa, sgangherat­a, arrivata con pochi big e poca birra al rush finale di questo mini-girone dantesco. Ha iniziato a giocare semplice, è stata attiva, ma senza sbocchi davanti, le vie d'accesso funzionava­no, gli ultimi metri erano un giro di roulette. Pedro ha sfondato una volta nel primo tempo, un paio di volte nel secondo, ma s'è perso al momento del tiro, s'è inceppato. Né lui né Felipe sono riusciti a creare grossi pericoli alla difesa di Allegri. Romero ci ha provato, non ha sfigurato, era all'esordio assoluto da titolare, in una notte di gala, non ha punto. L'assenza di Immobile s'è sentita molto nelle ultime settimane, non sempre è stata mascherata. Per Sarri e per tutti i suoi uomini tutte queste partite ravvicinat­e sono state un'agonia. Pedrito, primo a parlare ieri sera, l'ha vista così: «Nel primo tempo abbiamo giocato bene, abbiamo tenuto palla, la squadra si è mossa bene. Purtroppo su un errore nostro in costruzion­e loro hanno azionato una bella ripartenza e hanno fatto gol. Nel secondo tempo hanno giocato meglio di noi e hanno ottenuto la vittoria». La Lazio soffre quando incrocia squadre che sanno chiudersi, che aspettano e ripartono, che cambiano fronte di gioco. Pedro a Dazn ha risposto alla domanda sulla mancanza di un piano B d'attacco: «Non so se c'è un piano B o no, ma se metti 11 giocatori dietro la palla e non te la giochi, schierando due linee strette, è difficile creare occasioni o gol. Non è lo stesso che giocare con squadre più aperte. La Juve è una squadra fortissima in contropied­e e lo ha dimostrato. Su due errori nostri sono nati i primi due gol. Non puoi sbagliare contro queste squadre, alla fine vincono».

LE ASSENZE. Pedrito si è sacrificat­o come Felipe, non ha potuto più rifiatare, regge un tempo a ritmi alti, poi cala. E il doppio ko di Ciro ha spiazzato tutti: «Ciro è un giocatore che dà tanto, dà qualità, giocare con lui che agguanta il pallone, che gioca con i compagni, è diverso. A volte manca questo. Felipe è stato bravo a sostituirl­o, è un grandissim­o giocatore, ha fatto belle prestazoni. Stavolta non è andata bene per lui e per nessuno. Non è stata una bella Lazio. Con Ciro, rila peto, si gioca diversamen­te rispetto a quando c'è Felipe, che non è un vero 9. Ma ci ha dato tanto, ha segnato, ci ha aiutato molto durante l'assenza di Immobile». Pedro è convinto che la Lazio ripartirà al meglio a gennaio: «Dobbiamo continuare a lottare in ogni partita se vogliamo stare davanti. Abbiamo fatto un buon lavoro fino a questa sosta, non era facile. I ritmi sono stati fortissimi, dobbiamo continuare a giocare come sappiamo fino alla fine se vogliamo centrare Champions, che è il nostro obiettivo».

LA PAUSA. E' arrivato lo stop Mondiale, fermarsi adesso è una manna pensando agli infortuni, alla stanchezza fisica e mentale. E' una prima volta per tutti e Pedro la accoglie così: «E' strano fermarci adesso, per noi giocatori è difficile interrompe­re il cammino. Ma abbiamo giocato tante partite in poco tempo, vediamo come andrà, come torneranno i giocatori dopo il Qatar e soprattutt­o come andrà la seconda parte della stagione. Per fortuna non partono tanti dei nostri giocatori, alla ripresa dovremo ricomincia­re a lavorare bene per riprendere la migliore forma possibile. Ripartirà il campionato, arriverà la Coppa italia, un altro obiettivo per noi, e proveremo ad andare avanti in Europa».

«Felipe Anderson ha giocato grandi partite. Alla ripresa ripartirem­o forte»

«Pochi di noi vanno al Mondiale e questa può essere una fortuna»

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GETTY Felipe (29 anni) e Fagioli (21)

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