CR7 spacca lo United e vola in Portogallo
Il club prende tempo in attesa di capire e ascoltare Cristiano, che è già a Lisbona, rischia una multa Opinione pubblica unanime: è addio al Manchester
Il day after di Cristiano Ronaldo è una specie di continua gogna mediatica verso il portoghese. E pensare che l’intervista in realtà non è ancora stata trasmessa. La si vedrà in due parti tra domani sera e giovedì sera. Al momento girano solo le anticipazioni pubblicate dal Sun con le (molte) lamentele di Ronaldo. Dal fatto che non rispetta il tecnico Erik Ten Hag («Perché lui non rispetta me») al fatto che il club avrebbe cercato di farlo fuori per finire con lo United che è rimasto quello che ha lasciato nel 2009 e non c’è stata evoluzione. Più una mancanza di "empatia" verso di lui dopo la malattia della figlia e un attacco all’ex tecnico Ralf Rangnick («Non è un allenatore e non avevo mai sentito parlare di lui»).
IN ARRIVO UNA MULTA.
Anche per questo il Manchester United prende tempo. «Abbiamo preso nota dell'intervista rilasciata da Cristiano Ronaldo
- si legge in un comunicato
- Il club risponderà una volta stabiliti tutti i fatti. Al momento ci concentriamo sulla seconda parte della stagione e su autostima, senso di unità e forza mentale che abbiamo costruito tra giocatori, tecnico, staff e tifosi». Ma il club avrebbe già ingaggiato uno studio legale per capire se nell’intervista (non autorizzata, il club ne è venuto a conoscenza soltanto mentre stava rientrando a Manchester domenica sera dopo la vittoria contro il Fulham) vi fossero gli estremi per rescindere il contratto del portoghese. Di sicuro è in arrivo una forte multa ma, nonostante le voci che si rincorrono, l’entità non è ancora stata stabilita. Unanime l’opinione pubblica. Anche Rio Ferdinand, ex compagno di Ronaldo e, in qualità di opinionista, grande difensore del portoghese, questa volta si unisce alla condanna collettiva. «Non è possibile difendere una cosa del genere da parte di Cristiano - ha dichiarato - Tutto ciò è stato fatto ad arte con un solo obiettivo: lasciare il Manchester United. La sua storia d’amore con il club è finita, per quanto mi riguarda, non vedo possibilità di ritorno - aggiunge - Non credo che lo United lo riaccoglierà, né credo che lui voglia tornare. Io l’ho sempre difeso, ma ora basta».
Tutto fatto ad arte? Sono in molti a pensarlo, anche perché Ronaldo non era stato convocato per la trasferta con il Fulham perché si sarebbe lamentato di un raffreddore. Raffreddore che sarebbe affiorato giovedì mattina, dopo avere appreso che non sarebbe stato titolare nella gara di Coppa di Lega contro l’Aston Villa. Quello sarebbe l’ultimo contatto tra Ronaldo e il club e l’intervista sarebbe stata registrata il giorno seguente, ovvero venerdì. Ieri sera Ronaldo era a Lisbona ad allenarsi con la nazionale portoghese e dopodomani partirà per il Qatar.
QUALE FUTURO. Il problema con questa tesi? Il fatto che la scorsa estate lo United ha cercato in tutti i modi trovargli una collocazione, ma senza successo. L’ostacolo principale? Il suo contratto da 30 milioni all’anno, con scadenza a giugno. In altre parole, non è che mancavano club interessati, semplicemente nessuno salvo un fantomatico club saudita - era disposto a pagare un simile ingaggio. Men che meno adesso, dal momento che nella prima metà della stagione Ronaldo ha segnato appena tre gol: uno all’Everton e due al Sherif Tiraspol (di cui uno su rigore) in Champions League. Senza una forte decurtazione del contratto impossibile vederlo altrove, almeno in Europa. Ma, al tempo stesso, altrettanto impossibile vederlo nuovamente in campo con la maglia dello United. E, difficile immaginare che uno dei più grandi goleador della storia accetti di passare sei mesi (fino alla scadenza il prossimo giugno) senza giocare.