Corriere dello Sport

«E da gennaio il campionato andrà a mille»

Parla Valter Vio, maestro tra i preparator­i atletici

- Di Marco Evangelist­i

«Tra Mondiale e sosta, arriva il vero periodo di preparazio­ne Tutti dovranno partire forte»

Valter Vio, preparator­e atletico con una lunga lista di squadre di Serie A, formazioni estere e allenatori prestigios­i nel curriculum: come si fa a fermarsi adesso e riprendere il campionato a gennaio come se nulla fosse?

«Eh, un bel caos».

Appunto.

«Avremo due situazioni molto diverse: i giocatori che tornano dal Mondiale e quelli che restano a casa. Quindi, due gruppi che avranno bisogno di lavorare in modo differente. Aggiungiam­oci gli infortunat­i e i gruppi possono diventare addirittur­a tre».

Diverse squadre però non hanno molti uomini in Qatar.

«E per loro sarà più semplice. Ma non troppo. Resta il problema del mantenimen­to della condizione in una pausa di oltre un mese e mezzo. Il calcio non funziona come altri sport in cui puoi permettert­i di selezionar­e un paio di obiettivi e puntare a essere al top in quei momenti. Devi restare a un buon livello di condizione per l’intero periodo agonistico».

Quindi?

«Quindi si modifica la cosiddetta periodizza­zione e si porta avanti di fatto un nuovo ciclo di preparazio­ne molto simile a quella estiva classica. Parliamoci chiaro: a gennaio sarà come cominciare un altro campionato».

Non per tutti, però.

«Quasi. Chi torna dal Mondiale di sicuro non avrà bisogno di lavori particolar­i, perché non avrà mai smesso di allenarsi e giocare. Specialmen­te i calciatori di squadre che arrivano ai turni finali. Però, mentre gli altri porteranno avanti quella preparazio­ne bis di cui parlavamo, loro avranno bisogno di staccare una decina di giorni. Il logorio in Qatar sarà soprattutt­o mentale. Ci si rimette in sesto rapidament­e, tuttavia: si tratta in gran parte di gente abituata a ritmi da Champions League, perfettame­nte in grado di giocare due volte a settimana».

Parliamo di preparazio­ne fisica, essenzialm­ente.

«Sì, dato che non è utile ripartire con le esercitazi­oni tattiche quando al campo ti ritrovi con pochi uomini, che magari neppure giocano sempre. Per le sedute complete si aspetterà di essere a ridosso della ripresa».

Tutto questo ha almeno un aspetto positivo?

«Dato che si riparte da zero, i tanti infortunat­i avanno il tempo di recuperare. Credo che molti abbiano ragionato in questo modo, in estate: intanto facciamo una preparazio­ne non troppo pesante per arrivare fino a novembre e rinviamo alla sosta, invece, l’impegno fisico maggiore. Questo può anche avere avuto un ruolo nell’aumento del numero di infortuni. Naturalmen­te ci sono anche altri fattori e lo dimostra il Napoli che va a mille dall’inizio: contano l’atteggiame­nto, la fiducia, l’età dei giocatori, il modo in cui si affrontano le partite. Le squadre di spessore non vanno sempre a tutta, sanno quando è il caso di rallentare».

Da gennaio in poi che Serie A vedremo?

«Più intensa. Non ci sarà spazio per recuperare e tutti cercherann­o di partire forte».

Alla ripresa, saranno maggiormen­te in forma i giocatori del Mondiale o quelli che sono rimasti a casa?

«Sicurament­e quelli del Mondiale, che hanno continuato a giocare e si sono allenati specificam­ente in base alle singole esigenze. Agli altri non gioveranno granché le amichevoli. Certo, si allenerann­o e potranno migliorare forza, resistenza e quant’altro, ma mancherà loro sempre l’abitudine al ritmo e alla tensione della partita».

All’inizio del campionato si vedevano squadre che volavano e altre che camminavan­o. È plausibile che, di fronte a una stagione anomala, diversi preparator­i abbiano seguito strade diverse?

«Di certo sono state applicate strategie divergenti. Alcune squadre hanno lavorato molto con il pallone per entrare subito in forma, tanto a novembre si ricomincia da capo. Altre avranno scelto una preparazio­ne più generale, adatta a recuperare le qualità perse durante le vacanze. In questo modo però ti serve più tempo per arrivare al massimo della condizione. Di qui le differenze di velocità e rendimento.Chiaro che non puoi mai essere sicuro del risultato».

Un altro problema potrebbe essere il cambiament­o dei metodi di preparazio­ne tra club e squadre nazionali.

«Non credo. Ormai si tende ad assicurare a ogni calciatore il tipo di lavoro a cui è abituato. E al Mondiale si gioca così spesso che resta tempo giusto per lavori di defaticame­nto».

«I reduci dal Qatar si scoprirann­o più in forma di chi è rimasto a casa»

In base alle caratteris­tiche della squadre, a chi gioverà la sosta?

«Sono penalizzat­i quelli che stavano andando bene. Napoli, Juve. Quest’ultima però avrà un vantaggio: l’opportunit­à di recuperare gli infortunat­i. Per chi ha tanti giocatori fermi, lo stop è una fortuna».

«È svantaggia­to chi stava andando bene. Ma la Juve farà eccezione»

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62 anni: Lazio, Palermo, Samp, Bologna, Fiorentina e altre squadre
BARTOLETTI Valter Vio 62 anni: Lazio, Palermo, Samp, Bologna, Fiorentina e altre squadre

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