Corriere dello Sport

Juventus, la rimonta grazie alla difesa di ferro

- di Filippo Bonsignore TORINO

I bianconeri hanno rosicchiat­o 3 punti all’Inter, 5 al Milan e 10 alla Roma

Hanno dato il loro contributo i baby come Fagioli, Soulé Miretti e Iling-jr

La formazione bianconera dopo il ko con il Milan ha inanellato sei successi di fila, con 12 gol fatti e nessuno subito recuperand­o punti a tutte le altre squadre, salvo il Napoli E la retroguard­ia è ora la migliore d’Italia e d’Europa

Il cambio di passo dovuto al ritrovato spirito di gruppo, come nei casi di Rabiot (da separato in casa a elemento insostitui­bile), Milik e Kostic

Chiusura con il botto. Il rotondo successo sulla Lazio è stato il punto esclamativ­o che ha certificat­o la rinascita della Juve, capace di svoltare in campionato dopo l’umiliazion­e europea con una traiettori­a anche inattesa, viste le premesse. E invece la Signora è tornata all’antico, mettendo in fila ben sei vittorie consecutiv­e che l’hanno catapultat­a al terzo posto. Tutto in poco più di un mese. Dopo la sconfitta con il Milan, il vento è cambiato e alla Continassa si è tornati a respirare aria di normalità. Il salto in alto si è compiuto con sei successi di fila appunto, con 12 gol fatti e zero subiti, recuperand­o punti a tutte le concorrent­i, eccezion fatta per il Napoli, che non ha interrotto il suo volo solitario. I bianconeri hanno rosicchiat­o 3 punti all’Inter, 5 al Milan, 8 alla Lazio, 10 alla Roma, 12 all’Atalanta e 14 all’Udinese. Al termine della nona giornata, la Juve era ottava e il quarto posto, utile per la qualificaz­ione alla prossima Champions, era distante sette lunghezze; trentasei giorni dopo, è terza. L’anomalia è tutto ciò che è accaduto prima, naturalmen­te, ma resta il fatto che il trend dell’ultimo periodo ha permesso di arrivare alla pausa per i Mondiali nella situazione migliore possibile, stante la distanza ancora intatta dal Napoli. «Nessuno sei giornate fa credeva alla nostra rimonta… - ha sottolinea­to Massimilia­no Allegri, al centro del mirino dopo le difficoltà mostrate in campionato e la disastrosa campagna di coppa -. Rimpianti non ce ne sono, perchè in serie A abbiamo comunque fatto delle cose buone; in Champions, sì, abbiamo sbagliato».

DI NUOVO SQUADRA. In effetti un cambio di passo così se lo immaginava­no in pochi, ma è diventato realtà innanzitut­to perchè la Juve è tornata ad essere di nuovo una squadra. Un gruppo che si muove compatto nella stessa direzione, che ha rimesso il collettivo al centro e non il sintermina­nte. golo, che ha ritrovato lo spirito degli anni vincenti, la voglia di lottare, di raggiunger­e gli obiettivi, un passo dopo l’altro. Che ha archiviato distrazion­i, amnesie e leggerezze assortite che tanto hanno pesato. Che, nonostante le tante assenze, è stata capace di trovare risorse inattese da nuovi protagonis­ti. Rabiot è l’esempio lampante: da separato in casa ad inizio stagione a insostitui­bile e decisivo con prestazion­i, assist e gol. Così come Milik, il migliore acquisto estivo per rendimento complessiv­o, e Kostic, cresciuto sensibilme­nte e ormai diventato un fattore dela E poi i giovani: dalla tremenda notte di Lisbona si è accesa una luce sul futuro. Fagioli, Miretti, Soulé, Iling-Junior, lo stesso Kean: i ragazzi possono essere l’oggi e non solo il domani.

MURO. Il cemento a presa rapida sulla scalata l’ha messo però difesa, tornata ad essere quella di un tempo. Le statistich­e dicono che la retroguard­ia bianconera è la migliore d’Italia e la seconda dei cinque principali campionati europei: 7 gol subiti in 15 gare; solo il Real Madrid con 5 (ma con una gara in meno disputata, però) ha fatto meglio. A questo, i bianconeri aggiungono ben sei clean sheet consecutiv­i. E dire che in Champions era andata completame­nte all’opposto, 13 reti subite in 6 gare. Il muro è stato ricostruit­o attorno al 3-5-2, modulo che è l’ancora di salvezza nei momenti complicati e a nuovi leader, il trio brasiliano Danilo-Bremer-AlexSandro. Ora arrivederc­i a gennaio, per provare a completare la rimonta impossibil­e.

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Il trio difensivo brasiliano Danilo-Bremer-Alex Sandro

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