Russi ai Giochi: le diplomazie sono al lavoro
ROMA – Le prospettive di medaglie a Parigi 2024? Dipendono dal ritorno sulla scena olimpica dello squadrone russo dopo la sospensione decretata dal comitato olimpico internazionale all’indomani dell’invasione di Mosca all’Ucraina. Stessa sorte toccata alla Bielorussa. Una possibilità sulla quale sta lavorando sottotraccia non solo Thomas Bach, ma anche la diplomazia statunitense con la sponda di quella cinese. «Da qui a Parigi possono succedere molte cose. Ne sapremo di più già nei prossimi giorni con gli incontri in corso al G20 di Bali», ci ha anticipato Giovanni Malagò, lasciando intendere come siano in atto, parallelamente alle spinte per un tavolo di pace tra Russia e Ucraina manovre anche per il ritorno degli atleti russi nella comunità internazionale. I due processi appaiono procedere di pari passo.
Incoraggiante la lettura positiva del faccia a faccia ieri a Bali tra Biden e Xi Jinping. L’ostinazione a non condannare l’aggressione di Mosca da parte della Cina, ieri ha mostrato significative crepe. Secondo il Financial
Times, Putin non disse la verità a Xi sull’intenzione di dar vita il 24 febbraio all’Operazione speciale quando presenziò alla cerimonia di apertura dei Giochi invernali di Pechino il 4 febbraio. Putin garantì al leader cinese il rispetto della tregua olimpica, ma quattro giorni dopo la chiusura dei Giochi ordinò l’invasione. Già a Tokyo, causa il doping di Stato, la Russia fu presente solo con 330 atleti a titolo individuale. «Ma attenti a non correre troppo ammonisce Mario Pescante, ex ministro degli Esteri del Cio - La riammissione della Russia potrebbe dar vita a boicottaggi: Macron sarà determinante».