«Il mio pianto una sorpresa»
Russell: «Velocità pazzesca E’ stato un viaggio incredibile Hamilton compagno fantastico»
Non è ancora tempo di passaggi di testimone. La simbolica staffetta può attendere. Perché anche in Brasile, pur battuto, Lewis Hamilton ha confermato di essere ancora veloce e competitivo. Eppure il giorno dopo la prima vittoria in Formula Uno di George Russell, la stampa locale plaude la consacrazione di un altro pilota inglese che a 24 anni ha finalmente trovato il suo primo acuto. In ritardo di qualche anno rispetto alle previsioni dei suoi molteplici ammiratori, che avevano criticato la Mercedes per la decisione di imporgli, nel 2021, un anno di apprendimento al volante della Williams. Rientrato alla casa madre, dove era cresciuto fin dai 16 anni, quest’anno Russell ha dovuto fare i conti con la peggiore Mercedes dell’ultimo decennio. Una soddisfazione in più la lenta e costante risalita, come gli riconosce il Times, sottolineando la «grande maturità dimostrata a Interlagos, dove ha vinto da veterano, mantenendo i nervi salti nei giri finali».
«La pressione che mi ha trasmesso Lewis è stata incredibile», confessa l’interessato.
Lunghissmi minuti di corsa durante i quali Russell ha ammesso di aver guardato di più gli specchietti retrovisori che il circuito. Tagliando per primo la linea del traguardo nonostante una perdita di acqua, che dai box non gli è stata comunicata. «Mancavano quattro o cinque giri all’arrivo, avevamo paura che non ce la facesse – ha spiegato il team principal Toto Wolff -.
Abbiamo deciso di lasciarlo correre senza distrazioni».
Fino alle lacrime poche centinaia di metri dopo l’arrivo. «Sono rimasto sorpreso dalla velocità del mio pianto. E’ stato un viaggio incredibile quello che mi ha portato fin qui, sono tante le persone che devo ringraziare».
L’infanzia nel Norfolk, Inghilterra dell’est, i sacrifici della famiglia per portarlo in giro. I primi successi, le sconfitte, l’ingresso in Mercedes, fino al «sogno che mi portavo dentro da tanto tempo». Almeno da quando – una sua fotografia di 13 anni fa, che lo ritrae sorridente al fianco di Hamilton, lo conferma – sognava di emulare il suo idolo. «E’ incredibile come il tempo voli. Non dobbiamo sprecarlo. Lewis è stato un compagno di squadra fantastico quest’anno, assieme abbiamo attraversato momenti molto difficili. A inizio stagione rivaleggiavamo con l’Alfa Romeo, ora siamo saliti sui due gradini più alti del podio».
Una vittoria dal peso specifico enorme – sottolinea il Guardian – e non solo per la qualità della guida di Russell («finalmente sa eprimere al suo meglio tutto il uso potenziale»), ma anche perché interrompe l’indiscussa egemonia della Red Bull, che durava ormai dallo scorso aprile. Una prima volta per Russell che – secondo il Daily Mail – sarebbe potuta arrivare anche prima, specificamente due anni fa, quando aveva sostituito in Bahrain proprio Hamilton, fermato dal Covid. La sfortuna e un errore dei box hanno potuto solo rimandare la sua gioia. «Mi è tornata alla mente la prima volta che ho incontrato George – ha ricordato Wolff – Aveva 16 anni e si era presentato per la firma in giacca e cravatta. E’ il primo ragazzo uscito dal nostro programma di junior a vincere una gara. Certo Lewis è il prodotto di maggior successo della nostra accademia, ma sei anni dopo George ha vinto una gara. Per noi è una soddisfazione enorme».
E il Regno Unito incorona l’erede di Lewis. Il Times: «Grande maturità»