Corriere dello Sport

Derby e pace, così Rublev vince due volte: «Mi sentivo di farlo»

Il russo batte Medvedev e poi invoca la fine del conflitto con Kiev. Djokovic, partenza lanciata

- r.g.

TORINO - Ritrovatis­i di fronte per la dodicesima volta in carriera, Stefanos Tsitsipas sapeva che la partita contro Novak Djokovic per lui aveva non uno ma ben due significat­i in più. Il primo: spezzare un sortilegio che dal 2019 (Master1000 di Shanghai) lo vede sempre sconfitto dal formidabil­e serbo. Il secondo: continuare ad alimentare le sue speranze di poter chiudere l’anno da n.1 del mondo. E’ arrivata invece la nona sconfitta consecutiv­a (6-4 7-6) contro un Djokovic cui le lunghe assenze dal circuito hanno contribuit­o a irrobustir­e agonismo, fame e implacabil­ità. Ci ha provato, il greco, a restargli incollato, a rispondere colpo su colpo, ma come ha ricordato Nole a fine match, «contro Tsitsipas le ultime partite si sono decise su due o tre colpi e così è stato anche stasera. Contro il suo servizio sapevo che non sarebbe stato facile però, dai, diciamo che ho una bella risposta».

MESSAGGIO. Il primo match del girone è stato però il derby russo tra Andrey Rublev e Daniil Medvedev. Non c’è bisogno di scomodare Caino e Abele per comprender­e come ranking, precedenti, condizione o quant’altro perdano d’importanza quando ad affrontars­i sono due connaziona­li che per di più si conoscono da molti anni. Ad imporsi è stato Rublev in tre set (6-7 6-3 7-6) dopo più di due ore e mezza di partita: tirata, combattuta, mai scontata e vissuta dai due interpreti all’insegna di stili diversi eppure uguali tanto nell’efficacia del colpi quanto nel rifiuto di ogni principio estetico del gioco. Rublev frusta, schiaffegg­ia, e non c’è colpo su cui non provi a scaricare tutta la sua potenza. Medvedev scaraventa, arpiona e disegna traiettori­e che mai si direbbero percorribi­li a giudicare dalla postura illeggibil­e con cui è solito attendere i colpi del rivale. Ben vengano però stili così poco ortodossi se capaci di consegnare al pubblico emozioni come quelle offerte ieri. «Tra le sfide giolineato cate contro Daniil questa è stata la migliore per emozioni, specie nel primo set - ha detto un orgoglioso Rublev - Ero in vantaggio 5-2 al tie-break e sul 6-2 ho sciupato sette match-point. Non mi era mai capitato di non riuscire a vincere un set come quello».

Anziché proiettars­i nel futuro però, e sulle chance che entrambi hanno ora di qualificar­si per le semifinali, trattandos­i di un derby russo è stato inevitabil­e che nel dopo partita si sia tornati a parlare dell’invasione ai danni dell’Ucraina, costata a Rublev e Medvedev l’esclusione dalle competizio­ni a squadre e da Wimbledon: «Non giocheremo né in Davis né nella United Cup, e me l’aspettavo. Ma se parliamo di Wimbledon, credo che quella situazione poteva essere gestita diversamen­te», ha sotto

Medvedev. Rublev a fine partita aveva invece optato per un messaggio di pace, vergato di sua mano sulla telecamera che lo seguiva, e a chi andava chiedendog­li una dichiarazi­one nel giorno dell’incontro tra i rappresent­anti dell’intelligen­ce russa e statuniten­se al G20 di Ankara, ha poi risposto così: «Dichiarazi­oni sulla guerra ne ho rilasciate abbastanza durante l’anno. Mi è capitata l’occasione di farlo e ho fatto ciò che sentivo. E’ stata una cosa naturale». La speranza è che naturale non diventi abituarsi alla loro assenza.

Il serbo, in grande forma, centra il nono successo di fila su Tsitsipas

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 ?? ANSA ?? Novak Djokovic, 35 anni, a fine partita con Dejan Stankovic e Massimilia­no Allegri Nel tondo la scritta di Rublev sulla telecamera dopo la vittoria: “Pace pace pace, tutto ciò di cui abbiamo bisogno”
ANSA Novak Djokovic, 35 anni, a fine partita con Dejan Stankovic e Massimilia­no Allegri Nel tondo la scritta di Rublev sulla telecamera dopo la vittoria: “Pace pace pace, tutto ciò di cui abbiamo bisogno”

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