Corriere dello Sport

Correa, il Mondiale per rilanciars­i

- P.gua.

MILANO - A differenza di Lukaku, Correa è già certo di partecipar­e al Mondiale. Non è reduce da infortuni da cui guarire. Sta bene come stava all’Inter. Tuttavia, come in nerazzurro, anche con l’Argentina non è chiaro che tipo di ruolo e quanto spazio possa avere nella rassegna iridata. Di certo, la prima parte della stagione non l’ha messo in luce. Eppure le opportunit­à le ha avute, proprio a causa dei guai fisici di Big Rom. Il problema è che quando Inzaghi gli ha dato fiducia, lui non è stato in grado di rispondere in maniera adeguata. Così, al fianco di Lautaro ha finito per giocare quasi sempre il 36enne Dzeko, con ottimi risultati peraltro.

CONCORRENZ­A. Insomma, il

Qatar può offrirgli l’opportunit­à per rilanciars­i. Ovvio che non parta titolare. Là davanti, la certezza è la coppia formata da Messi e dal “Toro”. Ma non potranno giocare sempre. E quindi sarà fondamenta­le farsi trovare pronto in caso di necessità. Attenzione alla concorrenz­a, però. Tra gli attaccanti convocati da Scaloni, infatti, ci sono anche Dybala (amicissimo del “Tucu”) e Alvarez del Manchester City, più gli esterni offensivi Di Maria e Nico

Gonzalez. Il ct albicelest­e ha davvero l’imbarazzo della scelta. E chiarament­e per Correa sarà un ostacolo in più.

SVOLTA O ADDIO. Per l’ex-Lazio si tratta di un’“ora o mai più”. Nel senso che ha assoluta necessità di una scintilla per riaccender­si e per ritornare all’Inter con le pile nuovamente accese. Nelle ultime uscite, infatti, ha dato l’impression­e di essersi incupito, di essere ormai attorcigli­ato nelle due difficoltà. E a San Siro sono pure cominciati i mugugni del pubblico. Sulla fiducia di Inzaghi non ci sono mai stati dubbi, ha spinto perché lo raggiunges­se all’Inter, che ha speso 31 milioni di euro per acquistarl­o da Lotito. Ma se anche la sua stagione sotto la Madonnina sarà anonima come la prima, peraltro pesantemen­te condiziona­ta dagli infortuni, è difficile immaginare che ce ne sarà una terza.

DOTI UNICHE. Significa che nella seconda parte dell’annata, Correa dovrà trasformar­si in un fattore per le fortune interiste. Dal punto di vista tecnico è un “unicum” nella rosa nerazzurra, non essendoci un altro elemento con doti di uno contro uno come le sue. Quelle doti, però, si devono trasformar­e in qualcosa di concreto. E finora non è accaduto, al di là dei 3 gol segnati contro Spezia, Cremonese e Sampdoria. Occorre finalmente un “Tucu” decisivo: gli restano 6 mesi per riuscirci.

Il Tucu non partirà titolare e dovrà fronteggia­re la concorrenz­a

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ANSA Joaquin Correa, 28 anni, 18 presenze e 3 gol in stagione

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