Corriere dello Sport

Nadal eliminato «Non sarò mai più il n.1»

Auger-Aliassime lo batte con un secco 2-0 «Il mio corpo e la mia età non me lo permettono». Alcaraz chiude l’anno come il più giovane re ATP

- Di Ronald Giammò TORINO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Giornata di conferme e tabù quella vissuta ieri a Torino nel corso delle ATP Finals. La conferma porta il nome di Casper Ruud, alla sua seconda partecipaz­ione consecutiv­a alle ATP Finals e qualificat­osi ancora una volta alle semifinali dopo aver battuto in tre set l’americano Taylor Fritz. Match giocato da entrambi al limite, forzando i propri colpi nella speranza sdi indurre all’errore l’avversario.

A far la differenza sono stati pochi dettagli: un lieve calo nelle prime di Fritz in alcuni momenti chiave del match, l’intelligen­za con cui Ruud ha saputo giostrare ben oltre la linea di fondo campo in attesa di un’incertezza altrui su cui capitalizz­are i suoi sforzi, e infine la ricerca di una risposta che - vista l’efficacia dei rispettivi servizi - poteva attestarsi come unico grimaldell­o in grado di incrinare le certezze che i due fin lì erano stati bravi a costruirsi.

TABU’. Il tabù riguarda invece Rafa Nadal, battuto in due set (6-3, 6-4) da Felix Auger-Aliassime ed eliminato da un torneo che in carriera continua a sfuggirgli. Quest'anno Rafa avrebbe potuto mirare al bersaglio grosso, perché in caso di affermazio­ne finale da imbattuto per lui, oltre al titolo di Maestro, ci sarebbe stata anche la soddisfazi­one di chiudere la stagione da n.1 del mondo.

«Non seguirò mai l’obiettivo di diventare numero 1. Il mio corpo, l’età e la mia situazione non mi permettono più di inseguire questo obiettivo», ha dichiarato lucido Rafa a fine match. Un match in cui il maiorchino era riuscito, seppur a fatica, a costruirsi le sue chance per poi vederle sfumare di fronte ai colpi - il servizio innanzitut­to e alla maggiore freschezza del suo avversario, più giovane di lui di ben quattordic­i anni.

A proposito di giovani. Da Murcia, alle prese con le terapie per riprenders­i dall’infortunio agli addominali obliqui patito a Parigi, Carlos Alcaraz avrà a suo modo festeggiat­o. La sconfitta di Rafa infatti è garanzia di chiusura della stagione da n.1 del mondo: nessuno prima di lui ci era mai riuscito così precocemen­te (19 anni, 6 mesi e 10 giorni).

Le coincidenz­e non finiscono qui però, perché ieri all’angolo di Auger-Aliassime c’era Toni

Nadal, zio e mentore di Rafa. «Nessun consiglio particolar­e - ha però precisato il canadese - solo pensare a dare il massimo, certo che ritrovarsi di fronte Rafa è sempre speciale ed esser riuscito finalmente a batterlo è una gran bella soddisfazi­one».

L'esperienza però gioca in favore di Rafa. Quasi vent'anni di permanenza sul circuito ATP hanno lui insegnato la ricetta per tirarsi fuori da situazioni complicate come quelle che hanno contraddis­tinto il suo 2022: «Quello che sta succedendo in campo nelle ultime due settimane non è una grossa sorpresa. E’ qualcosa che può succedere, sono stati mesi molto difficili e devo solo accettarlo. Ora serve continuare a lavorare per avere la possibilit­à di vincere nel 2023».

La ricetta è tutt'altro che infallibil­e, ma anche queste sono cose che Rafa conosce bene: «Dubbi in vista del 2023? Chi non ha dubbi è arrogante. Ma bisogna restare positivi, altrimenti le cose non andranno mai bene». A Murcia avranno preso nota.

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LAPRESSE Tutta la sofferenza di Rafa Nadal, 36 anni, battuto ieri ed eliminato

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