Corriere dello Sport

Dybala resta a guardare «È il vice-Leo»

L’intera gara in panchina nonostante il risultato e la presenza a Lusail di tutta la sua famiglia

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Con Messi in campo Paulo fatica a trovare spazio Ma potrebbe essere lui la novità sabato nella sfida con il Messico diventata di colpo una finale

Centodicia­nnove minuti a guardare lo scempio, compreso il maxi recupero. Una lunga e brutta partita vissuta in panchina senza poter aiutare l’Argentina. Povero Paolino: così bravo e così decorativo, dietro a quel broncio naturale che solo con Mourinho negli ultimi tempi si è trasformat­o in vera Joya.

DELUSIONE. Si era portato tutta la tribù a Doha, dopo aver capito che l’infortunio era passato e la paura di non recuperare evaporata. Avrebbe immaginato che Scaloni lo coinvolges­se contro l’Arabia Saudita quando c’era da recuperare il risultato e tutte le soluzioni tentate dai compagni non erano efficaci. Un cambio in più c’era, si poteva fare, ma il ct ha preferito non togliere Di Maria e Lautaro, che sbattevano costanteme­nte contro l’organizzaz­ione saudita. Un’insistenza inspiegabi­le.

RISORSA. Dybala non era contento, ovviamente. Prima di tutto per il suo popolo, che aveva seguito in massa la squadra a Lusail ed è uscito dallo stadio con il brivido dell’umiliazion­e. E poi perché era sicuro di poter essere un supporto prezioso, nel momento del bisogno. Chissà se Scaloni, dopo una sconfitta così rumorosa, ricorrerà a lui nelle prossime partite. Qualcosa di certo deve cambiare l’Argentina, se vuole rientrare in corsa per la Coppa del Mondo. Dopo un periodo di allenament­i continui, senza particolar­i problemi alla muscolatur­a, Dybala può essere una novità interessan­te sabato sera contro il Messico. La sua ultima partita da titolare con l’Argentina risale ormai a più di un anno fa, 12 novembre 2021 a Montevideo con l’Uruguay, ma solo perché nei mesi successivi spesso i malanni l’hanno perseguita­to. Pensate che la sua ultima presenza, entrando dalla panchina, è datata 5 giugno: 5-0 nell’amichevole con l’Estonia. In pratica Dybala, da quando gioca nella Roma, non ha mai erogato i suoi servizi alla nazionale perché sempre tormentato da guai fisici.

ENTUSIASMO. Proprio i tifosi romanisti ieri, tra social e radio locali, si domandavan­o la ragione della freddezza di

Scaloni. Vista dal loro punto di vista, ma anche dai tifosi della Juventus che hanno conosciuto il meglio di Paulo, lo stupore è comprensib­ile. Ma occorre ricordare che Dybala in Argentina è considerat­o la riserva di Messi. Al quale, per evidenti ragioni, un allenatore non rinuncia mai. Anche al Mondiale del 2018, Paulo giocò soltanto 22 minuti contro la Croazia, nel girone. Poi più niente. Per noi italiani è un campione di primo livello, uno di quelli che devono giocare se stanno bene, tra i suoi connaziona­li la percezione è storicamen­te diversa. «Gli vogliamo molto bene - ha spiegato Scaloni - nel gruppo Paulo è ben visto perché è una persona spettacola­re. Credo abbia fatto una scelta intelligen­te andando a Roma: lì lo trattano come un idolo, il cambio è stato positivo».

CARICA. Quando lo aveva salutato, dopo la partita con il Torino che ha chiuso la prima parte del campionato della Roma, Mourinho gli aveva augurato di tornare felice, grazie al Mondiale vinto. Magari senza farsi di nuovo male. «Per noi questa è una grande occasione - ha detto Dybala

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