Giroud: Mettiamo da parte la paura e saremo perfetti
I due “italiani” si confermano pedine essenziali capaci di non far pesare le assenze pesanti Rabiot: Mi sento veramente tanto bene. All’inizio eravamo un po’ contratti, ma poi abbiamo reagito
L’hanno fatto sentire sbagliato, a tratti inadeguato, per essere diventato campione quattro anni fa senza mai tirare in porta. Anzi, peggio ancora: hanno ironizzato sulla strana coincidenza del destino, perché anche nel 1998 la Francia vinse il Mondiale con un numero 9 rimasto all’asciutto di gol, cioè Stéphane Guivarc'h. Poi, come se non bastasse, il povero Olivier Giroud ha dovuto subire l’umiliazione peggiore per chi si presenta come il centravanti di scorta di una nazionale: assistere al dramma collettivo di un intero Paese quando il titolare (tra l'altro Pallone d'Oro) si fa male e dà forfait. Ecco perché la doppietta di ieri sera contro l’Australia vale un’intera carriera di sacrifici. L’attaccante ha avuto la pazienza del cacciatore di taglie, ha continuato a lavorare lontano dai riflettori, si è preso il Milan sulle spalle trascinandolo in Italia e poi ha scacciato via le paure del suo popolo, che alla fine lo ha ringraziato.
RECORD. I due gol (nella rassegna iridata non segnava dal 2-5 contro la Svizzera del 2014) gli hanno permesso di eguagliare il record di Thierry Henry come miglior marcatore della storia Bleus con 51 reti in 115 partite. Il primato dell'ex Juve e Arsenal
resisteva dal 2009. Dietro Giroud ed Henry ci sono Griezmann (42), Platini (41) e proprio l'infortunato Benzema (37). Uomini-squadra si è anche e soprattutto nel dividere i meriti. E anziché celebrare il proprio record, Giroud ha avuto il primo pensiero del post partita «per Lucky Hernandez, che speriamo possa tornare presto. Gli dedichiamo la vittoria». Il terzino del Bayern si è fatto male al ginocchio destro in occasione del vantaggio australiano e dopo Maignan, Pogba, Kanté, Kimpembe, Nkunku e Benzema «purtroppo rischiamo di perdere anche lui» ha detto sconsolato. «Sono felice per il record - ha poi aggiunto - ma penso alla squadra e ai nostri miglioramenti. Se vogliamo essere perfetti dobbiamo entrare meglio in partita. All’inizio eravamo un po’ spaventati. Per continuare a vincere impareremo dai nostri piccoli errori».
FESTA RABIOT. Alla fine è stato un festival del gol, come alla Francia non accadeva all’esordio dai Mondiali dal 1958 contro il Paraguay (dove segnò 7 reti). Se la macchina di Deschamps ha funzionato, gran parte del merito è di un altro gioiello della Serie A: lo juventino Adrien Rabiot ha infatti pareggiato i conti con il gol dell’1-1 e successivamente – imbeccato da un tacco geniale del fenomeno Mbappé - ha messo in porta Giroud per la rete del 2-1. Da quel momento in poi, la gara è stata in discesa. «Come inizio è stato perfetto - le parole del centrocampista bianconero, primo francese a segnare e a fornire un assist all’esordio nel torneo dopo Christophe Dugarry nel 1998 - All'inizio eravamo un po' contratpoi abbiamo reagivelocemente segnando presto e finendo il lavoro nel secondo tempo. Avevo detto a Giroud che se avessi avuto la possibilità di farlo segnare l'avrei fatto e dargli quel pallone era l'opzione migliore». Il 27enne ha poi ricordato i 5 gol segnati in questa prima parte di stagione con Allegri tra Serie A e Champions, ammettendo di sentirsi «veramente tanto bene». Curiosità statistica, a proposito di Italia: se ci fossero stati gli azzurri di Mancini, il nostro sarebbe oggi il secondo campionato più rappresentato in Qatar.
L’attaccante: «Felice per il record ma penso ai nostri miglioramenti»