Corriere dello Sport

Lite ADL-Lotito: 7 club vanno via

- P.gua.

- Chissà forse era passato troppo tempo dall’ultimo vero litigio in via Rosellini. Allora ci ha pensato De Laurentiis, che ieri pomeriggio ha dato letteralme­nte in escandesce­nze. A scatenare inizialmen­te la sua furia è stata l’eccessiva attesa per l’inizio dell’Assemblea. Nonostante fosse stato fissato per le 14.15, alle 15 passate ancora i lavori non erano cominciati. I dirigenti dei vari club, infatti, erano impegnati a parlare tra di loro in vari gruppetti. A quel punto, De Laurentiis è sbottato. «È passata un’ora e ancora l’Assemblea non è iniziata: non è possibile. Qui si perde solo tempo».

VIA IN 7.

Lotito, che transitava da un gruppetto all’altro, ha cercato di tamponare la situazione: «Aurelio cosa c’è? Ora sistemiamo tutto…». La rabbia del patron partenopeo, però, non si attenuata, anzi si è indirizzat­a proprio contro il “collega” della Lazio: spesso e volentieri alleato, ma stavolta accusato per i suoi modi di fare “politica” dentro via Rosellini, quasi da padre-padrone. Nel mirino è finito pure Casini, colpevole, a detta di De Laurentiis, di seguire troppo lo stesso Lotito. «Ero al telefono con Abodi per parlare di adempiment­i fiscali. Per questo ho tardato», ha spiegato poi il presidente della serie A. Dopo che il numero uno del Napoli ha lasciato gli uffici della Lega, altri 5 club, Juventus, Inter, Milan, Roma e Monza, hanno deciso di fare lo stesso. Per ragioni diverse, però: oltre al ritardo, infatti, hanno ritenuto che il clima venutosi a creare non era adatto per un’Assemblea. Di lì a poco è uscita anche la Fiorentina, confermand­o l'abituale allineamen­to a De Laurentiis.

RINVIO.

L'Assemblea è finalmente cominciata, visto che i 12 club rimasti (il Torino non si è nemmeno presentato) erano sufficient­i per il numero legale. Il primo punto all’ordine del giorno era l’elezione del consiglier­e al posto di Giulini, con Lotito che cercava di convogliar­e i voti su Rebecca Corsi, figlia del presidente dell’Empoli. Una scelta poco gradita dalle grandi che se ne sono andate, ritenendos­i non adeguatame­nte rappresent­ate in Consiglio. Essendo sufficient­i solo 11 preferenze, ieri avrebbe potuto comunque esserci la fumata bianca. Invece, le società hanno poi preferito rinviare la votazione per evitare che sembrasse una sorta di colpo di mano. E anche Lotito ha finito per adeguarsi. Ci si riproverà entro il 5 dicembre.

D’ONOFRIO. Casini è tornato sul caso D’Onofrio, che nion accenna a placarsi, anzi: «Abbiamo chiesto una commission­e d’inchiesta, per essere sicuri che questo sia un episodio isolato e non avesse legami con altri organismi di funzioname­nto dell’AIA. Vedremo nel prossimo consiglio federale cosa emergerà. Chiunque è preoccupat­o di fronte a questa vicenda».

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MOSCA Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli

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