«Crediamo nello sport, è la rete sociale più importante del Paese»
Il monito del presidente di SG Plus alla presentazione del suo secondo libro “Il Futuro è già qui”
Lunedì 21 novembre a Roma, al Salone d’Onore del CONI, Roberto Ghiretti ha presentato il suo secondo libro, dal titolo “Il Futuro è già qui. Discorrendo di generazione Z, drop out sportivo e best practices” (2022, Kriss Editore). Insieme a lui il Presidente del CONI Giovanni Malagò, i giornalisti Marco Cherubini e Iacopo Volpi e Don Alessio Albertini.
GHIRETTI. L’autore del libro Roberto Ghiretti la vede così: «Io sono a fine carriera, ma non smetto di credere che lo sport sia la rete sociale più importante del Paese. Non smetterò mai di credere nello sport. In Italia abbiamo quasi novantamila società sportive che devono differenziarsi nei modelli di gestione e di offerta al pubblico. Si deve ragionare sul diventare, magari in consorzio una piccola impresa sociale multifunzionale, sul dare risposte a dei bisogni. Nel libro abbiamo analizzato circa 25 società che hanno abbracciato questa idea di cambiamento che oggi offrono servizi che vanno dal welfare aziendale, a sport alternativi, alla motricità infantile, ai giochi d’argento per le nuove età e questa linea che hanno abbracciato le sta premiando a tutto campo». Ma come possiamo capire i bisogni della generazione Z? «È esplosa la pratica destrutturata e lo sport dai giovani è approcciato in modo diverso, - afferma Ghiretti – Per loro lo sport è qualsiasi attività fisica, sono poco propensi alle regole, quelle che conosciamo da sempre, vogliono fare sport, ma lo vogliono fare a modo loro. In Italia la sedentarietà è ancora forte, ma cresce anche il numero di chi inizia a muoversi, questi ragazzi non possiamo disperderli, il drop out a volte è figlio di questo, a volte nasce dal non avere un accompagnatore che li porti agli impianti sportivi. Dobbiamo saper creare offerte sempre più multifunzionali di motricità, di socialità, che consentano a tutti di esserne parte e non mi riferisco solo alla Generazione Z, ma ai bimbi più piccoli fino agli anziani; per fare
questo dobbiamo indicare alle società come usare nuovi strumenti, dando risposte alle giovani generazioni, intercettandone i bisogni. La parola d’ordine per me è una sola: CAMBIAMENTO».
ALBERTINI. Abbiamo chiesto anche a Don Alessio Albertini, che coi ragazzi lavora ogni giorno, come si intercetta il gusto dei giovani: «Spesso siamo sordi nei confronti dei ragazzi e pensiamo che possano crescere senza un pilota: ma la Generazione Z va amata, ascoltata e orientata. L’attività sportiva è un momento di gioia. Tutto subito e possibilmente facile contrasta con la filosofia di vita dello sport. Arrivare al vertice è emozionante, ma non è per tutti. Gli altri si devono divertire e devono godere della bellezza dello sport. L’apprezzamento nei confronti dei ragazzi deve essere trasversale. Il futuro è di per sé positività. Chi non dice che il futuro sarà bello guardando un bimbo appena nato? Nessun giovane nasce segnato di pessimismo. Noi, come dice De Giorgi, dobbiamo creare contesti positivi nei quali fare crescere le nuove generazioni.
DE GIORGI. Proprio Ferdinando De Giorgi, allenatore della Nazionale Italiana Maschile di
Pallavolo Campione d’Europa e del Mondo, presente all’evento, ribadisce il concetto di ascolto: «Per quanto concerne la mia esperienza dico solo che coi giovani ho avuto solo un atteggiamento che è quello dell’ascolto. Grande ascolto. Devi guardare non i loro difetti, ma le loro potenzialità. Cercare di capire sforzandoti di creare con loro un contesto coerente, dove si sentono apprezzati. Aiutarli a entrare in un meccanismo dove si possano esprimere al meglio».
«Dobbiamo creare offerte sempre più multifunzionali e vicine ai giovani»