Corriere dello Sport

Cavina, il gran giorno delle Sorelle Rugby

Domenica avversarie e tutt’e tre in meta in Cus Milano-Villorba

- Di Christian Marchetti

Bicocca Stadium, Milano. È domenica e si celebra l’esordio stagionale nella nuova Eccellenza femminile di Cus Milano e Villorba. Fischio d’inizio e la partita diventa una strana riunione di famiglia. Minuto 55: meta delle ospiti con Micol Cavina, punteggio 15-7. A 8’ dalla fine, meta delle padrone di casa con Giulia Cavina, gemella di Micol, 23-12. Al 79’, meta decisiva del Cus «con la piccola, nostra sorella Gaia», racconta orgogliosa Giulia. La prima sorpresa è il ko di Villorba, finalista scudetto del campionato scorso, per 2817. La sorpresa ancor più grande è vedere tre sorelle in campo, di cui due gemelle e tutte e tre sul tabellino. Chiamatela genetica, chiamatelo caso, chiamatelo come volete, ma un evento simile non accade tutti i giorni.

PAPÀ.

«Sugli spalti invece c’era papà. E si sentiva soltanto lui». Papà è Stefano Cavina, ex mediano di apertura nonché primo allenatore in quel di Cogoleto (Genova) delle figlie Valentina, 36 anni, apertura, avuta dal primo matrimonio; Giulia e Micol, 23, numero 8 e apertura; e Gaia, 18, mediano di mischia e ala, che durante la settimana si allena e prepara la maturità a Genova e raggiunge la sorella a Milano il venerdì per gli allenament­i di rifinitura. Mamma delle ultime tre è la signora Nkem, di origini nigeriane. «Personalme­nte - ammette Giulia, un passato nella Nazionale Seven - ho provato per due mesi a praticare danza, ma poi sono andata subito sul rugby. Del resto, a casa nostra è difficile trovare altro argomento all’infuori di questo. Domani (oggi; ndr), Micol per esempio si laurea in tecniche audioprote­siche: vuole che non troviamo un pretesto per parlare di rugby anche lì?»

PLACCAGGI. Effettivam­ente avranno molto da dirsi. Soprattutt­o Giulia e Micol, che dalla sua vanta anche cinque presenze con l’Italdonne. «Ci siamo stuzzicate un po’, sebbene fosse piuttosto strano il pensiero di placcarla. Al primo tentativo lei mi ha rifilato un “frontino”, il secondo invece è stato tosto e, quando ho commesso pure fallo, mi ha detto “Anche meno, grazie”. Insieme abbiamo poi applaudito l’esordio di Gaia, che ha segnato di ignoranza. A ogni modo ho notato che è più facile giocare contro tua sorella piuttosto che insieme. Ho sgridato spesso la piccola».

DINASTIA. La stirpe Francescat­o da Treviso resta inarrivabi­le. Sei fratelli e tutti rugbisti. Tra i più noti Bruno, Nello e Rino, che arrivarono a giocare tutti e tre in Nazionale e contempora­neamente nel 1981. Poi fu la volta del povero Ivan. Recentemen­te l’azzurro ha presentato i Garbisi e i Cannone due lustri dopo i Bergamasco. Ma le Cavina esagerano. «A fine partita eravamo tutte lì - riferisce ancora Giulia, chinesiolo­ga e studentess­a in management dell’attività motoria - Papà ha rimprovera­to Micol perché secondo lui avrebbe dovuto gestire meglio il possesso e la sottoscrit­ta perché sul finale mi sarei persa. La verità è che mi vorrebbe secondo centro, ma non sono così veloce. Alla piccola, invece, ha detto solo cose buone. Sempre così».

A quanto pare, la sfida in famiglia è solo agli inizi.

Giulia: «Più facile placcare Micol, mia gemella, che giocare con Gaia»

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A destra Valentina, Micol, Giulia e, in braccio alle sorelle, Gaia
Micol Cavina in allenament­o con la Nazionale FIR A destra Valentina, Micol, Giulia e, in braccio alle sorelle, Gaia

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