La Francia dei fenomeni riscopre Rabiot
I campioni vogliono chiudere subito il discorso qualificazione
Nel gruppone di grandi cadute all'esordio, la Francia non c'è. È scivolata in avvio con l'Australia, ma poi ha fatto un sol boccone degli avversari e ha lanciato un messaggio forte e chiaro alle rivali con quel 5-1 finale: i campioni in carica non hanno alcuna intenzione di abdicare. Anche senza gli assenti annunciati Paul Pogba e N'Golo Kanté, anche senza quel Benzema rimasto in gruppo nella speranza di rientrare in caso di cammino lungo, anche senza Lucas Hernandez la cui stagione è finita proprio durante il match con l'Australia. Tra chi è rimasto, intanto, c'è un leader in più. Ed è Adrien Rabiot, che dopo essersi preso la Juve proprio ora che il suo contratto è in scadenza, ora si è preso anche la Francia. Incoronato com'è stato anche da capitan Hugo Lloris come il nuovo punto di riferimento del centrocampo francese: «Abbiamo sottolineato l'assenza di Kanté e di Pogba, ma non abbiamo detto che ci sono altri giocatori pronti a caricarsi di tutte le responsabilità del caso, a essere maturi, ad avere l'esperienza per prendere il comando. Rabiot ha sicuramente questo profilo. Può essere decisivo anche in zona gol? Dopo quello che sta facendo da qualche mese con la Juve è pronto e lo ha già fatto vedere».
DESCHAMPS AVVERTE.
Tiene alta la tensione intanto il ct Didier Deschamps. Che del concetto di tutto facile con l'Australia non si fida: «Nell'analisi approfondita della partita ci sono state tre situazioni, tra cui una palla persa, che dobbiamo fare meglio. Ci sono ovviamente delle cose che possiamo migliorare ogni volta, anche se abbiamo proposto tanta qualità in fase offensiva». E si fida ancora meno della Danimarca: «Sono sottovalutati rispetto al loro valore reale. Questa squadra ci ha fatto soffrire in passato (due sconfitte in Nations League per la Francia con la Danimarca, ndr), dobbiamo invertire questa tendenza. Loro ci conoscono, ma anche noi li conosciamo». Nel frattempo l'infermeria comincia a svuotarsi, Kingsley Coman dovrebbe andare almeno in panchina, Rafael Varane potrà anche partire titolare. Troppo presto invece per pensare chi preferire agli ottavi: «Argentina o Messico? Pensiamo alla Danimarca, occupiamoci del girone, vediamo cosa succede e dove finiamo in caso di qualificazione. Lo so anch'io che la seconda partita può essere decisiva. Per questo non andremo a fare i galletti, perché come tutte le squadre che hanno vinto la prima partita abbiamo già la possibilità di passare agli ottavi».
QUI DANIMARCA.
A piccoli passi, la Danimarca sa quanto possa essere fondamentale anche un solo punto contro la Francia dopo il pareggio a reti bianche ottenuto al debutto con la Tunisia. Ecco perché contro Mbappé e soci sarà importante prima di tutto provare a non subire gol, anche se contro un fenomeno del genere «non si è mai abbastanza preparati», ammette il ct danese Kasper Hjulmand. Che poi però rilancia, perché la Francia è «spettacolare» ma la Danimarca ha «un sacco di idee su come frenare Mbappé» e ha pure «la consapevolezza di essere forte». C'è poi quel piccolo vantaggio supplementare rappresentato da quel Simon Kjaer che dovrebbe sapere tutto su Olivier Giroud: «Lo conosce bene, abbiamo parlato di alcuni piccoli dettagli e spero che possano servire». Nel frattempo la buona notizia per Hjulmand è rappresentata dalla stato di forma di Christian Eriksen, ormai tornato al meglio: «Capisce il gioco, sa quando dare la palla corta o lunga, è sempre disponibile a ricevere il pallone. Ed è amato e apprezzato da tutti, un giocatore magnifico e una persona straordinaria».
Danimarca, il ct ha chiesto a Kjaer come si ferma Giroud
Il capitano Lloris esalta il bianconero: «Ha le qualità per prendere il comando E può anche fare la differenza in zona gol» Deschamps: «Non facciamo i galletti...»