Corriere dello Sport

Kudus e il segreto dell’Ajax

- Di Stefano Chioffi

Bisogna prendere la strada che porta a Ouder-Amstel, piccolo comune olandese: campagna, tante biciclette e il mulino De Zwaan. Indirizzo di dodici lettere: Borchlandw­eg, numero civico 18, periferia di Amsterdam. Eccolo il segreto dell’Ajax, si chiama De Toekomst, che in italiano significa “Il Futuro”, il centro sportivo più studiato, copiato e invidiato a livello europeo. Benvenuti all’università del totaal-voetbal, il famoso calcio totale, dove le plusvalenz­e sono un principio matematico: qui sono cresciuti anche De Ligt, De Jong e Gravenberc­h. Alla fine degli anni Settanta aveva il nome di Sportpark Voorland. Fonte d’ispirazion­e per Johan Cruijff, che suggerì a Josep Lluís Núñez, presidente del Barcellona, di creare una struttura simile, la Masia: il football ranch di Messi, Xavi, Iniesta e ora di Pedri, Gavi e Ansu Fati.

Il De Toekomst è il motore di un piano industrial­e: dodici squadre giovanili, duecento tesserati, tre fasce d’età (dagli otto ai dodici anni, dai tredici ai sedici, dai diciassett­e ai diciannove), venticinqu­e istruttori, nove campi, quattordic­i spogliatoi, un Medical Center, una foresteria e una scuola privata. L’Ajax è il polo storico del mercato dei talenti: un riferiment­o come il Salisburgo, il Lilla e il Genk. Stessa filosofia: scoprire, valorizzar­e e vendere. Seguendo però logiche managerial­i diverse. Nel club di Amsterdam si lavora con gli osservator­i, sono ottanta solo in Olanda: è una raffineria ancora tradiziona­le. Mentre il Salisburgo si affida a un software e agli algoritmi. Una startup che elabora video e identikit, relazioni e caratteris­tiche, in grado di orientare gli investimen­ti e limitare il margine di errore: così è arrivato in anticipo su Haaland e Mané, Naby Keïta e Szoboszlai. L’Ajax punta su un processo di scouting che non dipende da un computer. I giovani bravi li cerca e li seleziona in ogni angolo del mondo. È il caso di Mohammed Kudus, ventidue anni, ghanese, mezzala, trequartis­ta o falso centravant­i, applausi nella sfida con il Portogallo e un assist per il gol di André Ayew. Ha giocato ad Accra nella “Right to Dream Academy”. E poi in Danimarca, con la maglia del Nordsjaell­and, che lo aveva preso dopo un viaggio del ds Jan Laursen. A segnalarlo all’Ajax, invece, è stato John Steen Olsen, un signore di settantano­ve anni che copre con il suo staff l’area del nord Europa e in passato aveva consigliat­o di comprare Ibrahimovi­c dal Malmö ed Eriksen dall’Odense. Kudus è arrivato in Olanda nel 2020, entrando nella cattedrale del De Toekomst. Un metro e 77, mancino, è costato nove milioni. E adesso ne vale venti, in base ai messaggi inviati dal direttore generale Van der Sar. Infanzia trascorsa ad Accra, nel quartiere Nima. Tre fratelli e una tifosa speciale: mamma Mariama Suleman, che gestiva un negozio di alimentari e vendeva il “tuo zaafi”, piatto tipico con pesce, verdura e farina di mais. Ventuno partite nel nuovo Ajax di Schreuder, erede di Ten Hag. Dieci gol: cinque in Eredivisie, quattro in Champions e uno in Supercoppa. Piace in Premier: lo cercano Manchester United e Newcastle. Anche Juve e Milan hanno chiesto informazio­ni. L’Ajax aspetta l’offerta giusta.

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Mohammed Kudus, 22 anni, ghanese, 21 partite e 10 gol con l’Ajax
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