Corriere dello Sport

Un team sempre meno ferrarista

- Di Mauro Coppini

Tanto tuonò che piovve. Mattia Binotto cede il passo a Frédéric Vasseur. Un dirigente di non livello lascia il posto ad un altro dirigente di non grande livello. Che però ha un vantaggio. Certamente non sono i risultati della Sauber Alfa Romeo ad avergli aperto le porte della Ferrari. E neppure il suo esordio in Formula 1 con la Renault. Storia breve e insufficie­nte. Ma uomo di grandi amicizie. Non tanto in omaggio alla sua laurea di ingegneria aeronautic­a, quanto per una rete di rapporti privilegia­ti che gli hanno consentito di diventare il procurator­e di eccellenza dei piloti di Formula 1. Scopritore di quelli che sarebbero diventati campioni. Tra questi Nico Rosberg e Lewis Hamilton. E Charles Leclerc. Ed è proprio il monegasco che grazie a lui con la Sauber ha potuto fare il suo ingresso in Formula 1. Un rapporto molto stretto che ha giocato a suo favore e che potrebbe risolvere alla base il confronto con un Carlos Sainz che sembra aver alzato la cresta.

Ma Frederic Vasseur ha ben altri santi in paradiso. Primo fra tutti quel Carlos Tavares, amministra­tore delegato di “Stellantis”, gruppo automobili­stico multinazio­nale franco-italo-statuniten­se che detiene la maggioranz­a della Fiat e che con lui ha rapporti di grande amicizia. Colleziona auto storiche, fa qualche apparizion­e in competizio­ni per vetture gran turismo ed è a Vasseur che affida la sua passione. Che potrebbe estendersi alla Formula 1 e di conseguenz­a alla Ferrari. Ne avrà certamente parlato con John Elkann, che di “Stellantis” è presidente e che nella Ferrari, intesa come scuderia, ha sempre meno interesse. Un investimen­to a perdere. Meglio concentrar­si sul prodotto e sui prodotti che il marchio del Cavallino può enfatizzar­e. Accentuand­one all’infinito il controvalo­re. E allora ben venga Frédéric Vasseur, traghettat­ore di un team Ferrari che sempre meno avrà a che fare con la Ferrari.

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