Jbari, una maratona tira l’altra
Sempre di corsa, a inseguire, tutta la vita. E non è un modo di dire, né tanto meno un tuffo nella retorica facile, ma solo il modo di essere di Khalid Jbari. Trentatré anni, marocchino di nascita e di crescita, italiano di adozione perché sono ormai vent’anni che vive nel nostro Paese, e con una doppia bandiera nel cuore e sulle spalle si dedica alla sua grande passione: correre. Correre tanto, fino ai 42 chilometri e 195 metri della maratona, che è diventata la sua “ultima” sfida a completare il percorso iniziato con la “mezza”. Jbari sarà tra i 7.500 iscritti della Firenze Marathon, con un sogno che inizia nel 2003. Anzi, nel 1989. Ma questa è un’altra storia che racconta lo stesso Khalid.
«Il 1989 - dice l’atleta tesserato per l’Athletic Club 96 Alperia è il mio anno di nascita e anche l’anno in cui mio padre è venuto in Italia per cercare lavoro. E lo ha fatto a Bolzano, dove poi si è trasferita tutta la mia famiglia nel 2003 per ricongiungersi. Da Agadir, la nostra città, a Bolzano il salto è stato bello lungo, però io mi sono subito inserito nel nuovo tessuto sociale grazie alla frequentazione prima delle scuole medie e poi di un istituto professionale superiore per la formazione da metalmeccanico: che è adesso il mio lavoro a Lavies». E la corsa? Era lì, hobby praticato appena possibile con un entusiasmo e una costanza che infine è diventata ragione di vita. «Ho iniziato a 24 anni e, siccome mi sono sempre piaciute le distanze, ho cominciato subito con le mezze maratone che mi hanno via via accompagnato nel corso delle stagioni, grazie anche al supporto di chi mi permetteva di prepararmi atleticamente con un metodo redditizio, sapendo che, lavorando dalle 14 alle 22, potevo e posso tuttora allenarmi solo al mattino. Con qualche sacrificio si può fare».
A Khalid mancava sempre qualcosa e all’inizio di questo 2022 ha colmato la “lacuna”. «Volevo una maratona vera e così mi sono deciso correndo quella di Rimini a marzo». Correndo e riduttivo. «L’ho vinta. Vincere all’esordio è una bella soddisfazione». Col tempo di 2h19’36”, per la cronaca. Poi c’è stata quella di Venezia. «Dove sono stato il primo italiano al traguardo con 2h25’». E ancora quella di Torino. «Quinto assoluto e secondo italiano con 2h22’30”». Adesso Firenze, in cui Fulvio Massini, d.t. della gara, lo vede tra i grandi protagonisti. «Non conosco il percorso, arrivo domani (oggi; ndr) e me lo andrò a studiare. Obiettivo? Fare il personale».
Metalmeccanico, è alla quarta in un anno: «Si può fare, facendo sacrifici»