Fernandez: «Sogno» Scaloni: «È la gioia»
Lacrime di gioia e di liberazione. Ma non è ancora finita Il ct sul cambio di Lautaro: «Volevo freschezza» Di Maria, uomo assist: «Continuiamo a lottare»
Clic. Bisognava accendere la luce per illuminare un’Argentina a lungo al buio e non poteva che essere lui, Leo Messi, a premere l’interruttore. Clic. Il fenomeno scocca il dardo dal limite dell’area e la notte della Seleccion si colora, di gol e di speranza di qualificazione. Non c’erano alternative alla vittoria per la formazione di Scaloni, dopo lo shock dell’esordio contro l’Arabia Saudita e vittoria è stata. Ma quanta sofferenza, per l’Albiceleste. All’improvviso, però, clic: Messi segna, arma il raddoppio di Enzo Fernandez. C’è ancora vita per l’Argentina. E sono lacrime di gioia, che scacciano una tensione grande così, quelle che solcano i volti del Ct Lionel Scaloni e del suo fido collaboratore Pablo Aimar. «È un riflesso di ciò che si vive stando qui - rileva il tecnico della Seleccion - A volte abbiamo la sensazione di giocare molto più di una partita di calcio, ma il calcio è da godere non da soffire. È emozionante vedere i nostri giocatori giocare: chi non si sente identificato con questa squadra è perché non vuole davvero la Nazionale argentina. Giocare con questa maglia, non è la stessa cosa che giocare con un'altra…». Scaloni applaude Messi: «Sono anni che sappiamo di avere il miglior giocatore del mondo, vogliamo che il Mondiale se lo goda. Il cambio di Lautaro? Volevo più freschezza».
ENZO GOL.
Quasi non ci crede, Enzo Fernandez, autore del raddoppio: «È un sogno diventato realtà segnare un gol in un Mondiale. Ho sempre sognato di giocare con questa maglia da ragazzo e farlo in un Mondiale è molto importante. Mi sono abbracciato con Leo, uno dei miei idoli, lo guardavo in tv. Condividere con lui un Mondiale è speciale, sono molto emozionato». Il suo è stato il gol della tranquillità: «Sono molto contento per la vittoria e per il gruppo, che ha dimostrato di essere pronto per grandi cose - aggiunge il centrocampista del Benfica - Ora godiamoci il successo ma pensiamo già alla Polonia: è tempo di un'altra finale». «Sono stati tre giorni molto difficili - ammette il portiere Emiliano Martinez - per le aspettative, per aver perso l’imbattibilità con l’Arabia Saudita, per aver iniziato con il piede sbagliato. Il primo tempo è stato difficile, ma con il 10 è sempre tutto più facile...». Angel Di Maria ha fornito l’assist a Messi: «Sono contento per questo gruppo: abbiamo lavorato molto bene, abbiamo sbagliato una partita, le cose non sono andate come ci aspettavamo, ma ora siamo riusciti a regalare una gioia alla nostra gente, a noi stessi, alle nostre famiglie». Il Fideo promette di continuare ad inseguire il
La situazione
• Tutte e 4 le squadre possono ancora qualificarsi
• Polonia agli ottavi se non perde con l’Argentina; se perde con massimo 2 gol di scarto e Arabia Saudita e Messico pareggiano; se perde con un gol di scarto e il Messico non vince con più di 2 gol di scarto
• Argentina agli ottavi se vince; se pareggia e l’altra gara termina in parità oppure se il Messico vince con non più di 2 gol di scarto
• Arabia Saudita agli ottavi se vince; se pareggia e la Polonia vince; se pareggia e la Polonia perde contro l’Argentina con 4 gol di scarto
• Messico agli ottavi se vince e l’Argentina perde; se vince con 4 gol di scarto e l’Argentina pareggia Nota: a parità di punti, decide la migliore differenza reti generale e in subordine il maggior numero di gol segnati. Se la parità permane, decisivi gli scontri diretti sogno: «Continuiamo a combattere, noi cerchiamo sempre di dare tutto, è successo di nuovo e penso che sia una tranquillità per tutti. Abbiamo giocato una grande partita contro un grande Messico, sapevamo che sarebbe stata dura e che non saremmo riusciti a vincere con molti gol, ma è stato spettacolare».
Tata Martino: «Siamo abituati a rialzarci, ora Messico provaci»
MESSICO. Il Messico ha un piede fuori dal Mondiale, ma non è ancora finita. Il ct Tata Martino non molla: «Anche se abbiamo una sola possibilità, dobbiamo provarci. Nel calcio, come nella vita, siamo abituati a rialzarci e cercare un’altra opportunità, soprattutto quando ce l’abbiamo».