LA REGOLA DEL NOVE
Flick salvato da una punta autentica a sette minuti dal 90’: adesso deve battere il Costa Rica A Luis Enrique invece basta un punto con il Giappone Dopo un tempo senza troppi sussulti, Spagna e Germania fanno entrare i centravanti. E Füllkrug pareggia il
In questo gioco chiamato calcio esiste una regola semplice: vince chi fa più gol. Beh, la percentuale realizzativa di solito aumenta quando in ballo ci sono i cosiddetti centravanti. È bastato che Luis Enrique e Flick ne schierassero uno per parte, nel secondo tempo, per essere più pericolosi dentro alla partita. Guarda caso Morata ha segnato, Füllkrug ha pareggiato. Due numeri 9 di ruolo, anche se Morata qui ha il 7, e di rendimento, uno a uno invece di zero a zero. Alla fine Spagna e Germania non sono riuscite a superarsi ma, grazie alla sconfitta del Giappone di cui tutti già sapevano prima di cominciare, hanno buone possibilità di passare il turno. Nel caso della Spagna, che è prima, le chance sono addirittura ottime: basta un punto contro i giapponesi, mentre i tedeschi dovranno battere la Costa Rica per poi sperare nelle tante combinazioni favorevoli.
LE SCELTE. È un pareggio giusto. Maturato grazie alle riflessioni dei due commissari tecnici. Flick ha imparato la lezione dalle sberle del Giappone e ha ripristinato la formazione più logica ed equilibrata: fuori in difesa il giovane Schlotterbeck, con Süle riportato nel mezzo e Kehrer a destra, e fuori
Havertz. Thomas Müller faceva la finta punta e Gündogan il trequartista. Promosso quindi Goretska a centrocampo e molto più filtro in fase di non possesso. La Spagna aveva invece ben poco da cambiare dopo un 7-0: a parte Carvajal per Azpilicueta, Luis Enrique ha confermato la formazione che aveva cominciato a impallinare la Costa Rica.
Due squadre senza centravanti, comunque, dal momento che tra i rossi la punta centrale era Asensio. E allora il primo tempo è scivolato via insieme a un paio di sussulti: la traversa di Dani Olmo, il migliore della Spagna, dopo la correzione un po’ goffa ma efficace di Neuer; il gol annullato dal Var a Toni Rüdiger per un fuorigioco davvero impercettibile. Troppo poco per spezzare l’equilibrio. E diciamolo, anche un po’ di noia per i tanti errori tecnici che da squadre di un certo livello non ti aspetti.
E INFATTI... Se ne è accorto dopo l’intervallo Luis Enrique, che ha richiamato il futuro genero Ferran Torres (in serata no) per aggiungere peso in attacco: ecco il centravanti, Morata, e Asensio allargato a destra in posizione più consona. La Spagna ha prima rischiato su un rinvio approssimativo di Unai Simon che ha dovuto rimediare al successivo tiro di Kimmich. Ma poi ha segnato attaccando il solito fronte di sinistra, nel quale sono stati coinvolti Dani Olmo e Jordi Alba che ha crossato basso: Morata, entrato da nove minuti, ha arraffato il pallone anticipando Süle.
REAZIONE. A quel punto la Germania non aveva più tempo per tergiversare: il pareggio, dopo il risultato di Giappone Costa-Rica, poteva bastarle, la sconfitta ovviamente no. Flick, per non anticipare il rientro dal Qatar e forse l’esonero, ha regalato così l’esordio mondiale a Sané, che non è ancora al top ma in un amen ha messo Musiala davanti a Unai Simon: il ragazzino, bravissimo, ha però calciato dritto sul petto del portiere.
Anche di qua, dentro il centravanti: Füllkrug, che in comune con Rudi Völler ha quasi solo la militanza nel Werder Brema. E che però, dopo un’altra magia di Musiala, è capitato di passaggio nei territori dove i numeri 9 non pensano. Tirano e basta. Bravo è stato il nostro, che di nome fa Niclas, a indirizzare il pallone nell’angolo irraggiungibile. Colpevole nella circostanza il terzino appena entrato Balde, che non ha chiuso in tempo. Con Jordi Alba la Spagna quel gol non l’avrebbe preso. Ma Luis Enrique non si dispera: la
meta è vicinissima.