Svizzeri tra trionfo e spavento
Il superG di Lake Louise sospeso per 22 minuti Odermatt vince, ma che paura per Caviezel, rimasto esanime sulla pista! Azzurri, un altro flop
Marco Odermatt da urlo, Mauro Caviezel da brividi. Gli uomini jet svizzeri regalano emozioni contrastanti sulla Men’s Olympic di Lake Louise nel superG che ha chiuso il weekend adrenalinico sulle nevi canadesi.
Il re di Coppa dell’inverno passato ha messo tutti in riga e si è preso il secondo successo stagionale dopo il gigante inaugurale del mese scorso a Sölden, confermando anche le buone sensazioni nella velocità, confermate dal terzo posto di sabato in discesa. Se continua così, il sogno del bis di cristallo prende fattezze molto nitide.
TESTATA. Giornata da dimenticare, invece, per il 34enne connazionale, che sabato era rientrato in gara a distanza di quasi due anni dall’ultima apparizione in Coppa del Mondo (quinto a Bormio il 30 dicembre 2020) a causa di un infortunio. Sceso con il pettorale numero 8, Mauro Caviezel ha inforcato una porta con lo sci e nella caduta ha subito perso i sensi, battendo violentemente la testa sul manto nevoso e facendo tenere il fiato sospeso a tutti, con Odermatt che dal “leader’s corner” si girava per non vedere le immagini tremende del volo del compagno. Lunghi minuti di attesa poi, finalmente, Caviezel oltre a riprendersi si è perfino alzato in piedi con il volto sfigurato dalla caduta, prima di essere portato in ospedale per gli accertamenti di rito.
Dopo 22 minuti la gara è ripresa, ma non ne è cambiato il padrone, nonostante Aleksander Kilde abbia tentato di impensierire Odermatt, sfiorando la doppietta nella località che fino a questo weekend non gli aveva mai regalato neanche un podio e che sabato l’ha visto festeggiare in discesa. Il norvegese, che lo scorso anno ha primeggiato sia nella graduatoria di discesa sia di superG, ha già vinto la sfera di cristallo assoluta nel 2020 e si candida quale contendente numero uno del giovane asso elvetico: il duello proseguirà a tutta velocità già il prossimo fine settimana, con la tre giorni di Beaver Creek.
DELUSIONE. Il Canada non ha lasciato un bel ricordo, invece, a Dominik Paris. Dopo aver perso lo sci in discesa, il carabiniere della Val d’Ultimo, sceso col pettorale numero 2, non è riuscito ad andare oltre il 17° posto,
staccato di 1”64 da Odermatt. Per Domme qualche errore di troppo soprattutto nel settore centrale del tracciato: «Non sono riuscito a tirare la gara nel modo giusto - ha detto al traguardo - Con il numero 2 non avevo informazioni in partenza, ma potevo e dovevo fare meglio». Poco dietro Paris
hanno terminato altri due azzurri: Innerhofer (24° a 1”81) e Casse (27° a 1”96). In Colorado, tutti e tre sperano di ottenere ben altro risultato.
Molto meglio ha fatto Guglielmo Bosca, che ha sfoderato una delle migliori gare in carriera e, approfittando delle condizioni che hanno reso la pista veloce anche per i pettorali alti, si è infilato in undicesima posizione nonostante partisse con il numero 44. Il milanese aveva fatto meglio soltanto una volta, lo scorso 4 marzo, quando aveva chiuso nono a Kvitfjell, ma in discesa.
Paris non va oltre il 17° posto. Si salva solo Busca, 11° col numero 44