Frappart da big Batte tutti, pure le guardalinee
Prima volta in una partita dei Mondiali La francese atleticamente al top forse c’è rigore su Rüdiger, ma che errori la Back e la Medina
Atleticamente dirompente, più di tanti suoi colleghi maschi presenti qui in Qatar (anche quelli più bravi); tecnicamente qualcosa da rivedere (molto per le due assistenti, la brasiliana Neuza Ines Back e la messicana Karen Diaz Medina); accettata dai giocatori, ma è una costante perché - sembra una costante - rapportarsi con un arbitro donna sembra depotenziare il sacro fuoco della contestazione tipica di molti giocatori; da un punto di vista disciplinare, sceglie di gestire (anche la “mass confrontation” dopo il 2-2 fra Havertz e Waston) con un solo cartellino (Duarte). L’ennesima “prima volta” di Stephanie Frappart passa sotto il segno positivo, sia pure in una partita (anche questa) non difficile pur essendo affatto scontata (Giappone-Spagna non ha aiutato). Ricorderà l’Al Bayt Stadium di Al Khor come il René-Gaillard di Niort, dove diresse la sua prima partita di Ligue2, il primo tassello del puzzle che l’ha portata in Qatar dopo essere passata in Ligue1, Supercoppa europea, Europa League e Champions. Ora che il velo è stato squarciato, in attesa che non sia più una notizia, la Frappart (problemi veri solo con gli auricolari a fine gara) si può godere quest’altra pagina di storia. E il mondo intero dello sport può addormentarsi serenamente questa notte con la calda coperta della certezza che la storia si fa silenziosamente,
con la caparbietà e la delicatezza mostrata da questa francese. Sicuramente, la differenza fra lei e le sue colleghe guardalinee è stata abissale, professionista l’una, le altre un po’ (tanto) meno.
SENZA VIDEO. Appena un attimo, un brivido. Perché a parte il momento del sorteggio fra i due portieri, Keylor Navas e Manuel Neuer - al cospetto dei quali è sembrata ancor più minuta di quello che è - per 2’26” la Frappart sembrava non esserci all’Al Bayt Stadium. Non si vedeva in nessuna inquadratura, come ci fosse un occulto passaparola.
Ci hanno pensato Duarte e Goretzka a scacciare i fantasmi, facendosi riprendere in attesa di un angolo (sul quale l’attenzione per la posizione del pallone da parte dell’assistente n. 2, Medina, era quasi divertente nella sua mimica). Nel primo tempo, l’unico episodio che ha destato più di un dubbio è stato il contatto in area fra Waston e Rudiger: entrambi si tengono in partenza, poi il difensore tedesco gira attorno all’avversario, gli prende il tempo e a Waston non resta che tiarlo giù. Rigore? Lo avesse fischiato, il VAR (Fischer) non si sarebbe intromesso. Troppo poco per farlo nel caso specifico? Al limite.
ASSISTENTI. Come detto, molto deludenti le due assistenti: la Medina, dopo due «wait and see» (cioè aspettare per vedere quello che succede) che hanno portato a due buoni vantaggi, ha clamorosamente sbagliato il tempo di reazione su un retropassaggio (veloce, eh?) di Aguilera, che Keylor Navas ha respinto molto oltre la linea di fondo. Dall’altra parte, la Back ha annullato per fuorigioco la rete di Fuellkrug, ma l’azione è tutta buona (e anche di facile lettura): Sane in gioco sul lancio di Kimmich, Fuellkrug dietro la linea del pallone. Non bene.