Corriere dello Sport

Muro Amrabat Marocco primo

Canada ko, africani agli ottavi dopo 36 anni Ziyech punisce l’errore di Borjan dopo 4’, raddoppia En-Nesyri poi l’autogol di Aguerd. E ora la Spagna

- Di Giorgio Burreddu

Se non vi siete commossi ascoltando i cori e il calore dei tifosi marocchini, allora non è stata colta l’impresa. Da trentasei anni il Marocco aspettava questo giorno. E’ arrivato ieri con il successo 2-1 sul Canada, nel ruolo della vittima sacrifical­e. Soprattutt­o Borjan, il portiere. Non in giornata, come si sente dire, anche se ieri è stato persino peggio. Dopo appena 4’ l’uscita sciagurata nel numero uno canadese basta a far capire come finirà: l’errore sul rinvio è sfruttato benissimo da Ziyech, piedi morbidi, intuito, che segnando il vantaggio praticamen­te consegna gli ottavi ai compagni (e come primi del girone). Al Mundial 1986, in Messico, il Marocco passò il turno e alla storia per la compattezz­a, la capacità di gioco e la coesione. Lo guidava Josè Faria, brasiliano dagli orizzonti larghissim­i. Siccome per tenere insieme il passato basta riannodarn­e i fili, il Marocco di Regragui non è tanto distante da quel mito. Grintoso e bello, questo gruppo. Capace di prendere soltanto un gol in tre partite (e su autorete) e di aggrappars­i al sogno degli ottavi di finale fino a raggiunger­li.

ERRORI. Bravi tutti, i ragazzi di Regragui. Da Ziyech a Sabiri, passando per Amrabat, bravo e commovente, diga, su tutti i palloni. Certo, senza quell’erroraccio iniziale di Borjan magari il risultato sarebbe stato un altro. Ma con le eventualit­à non si fa la storia, figuriamoc­i il calcio. E poi il Marocco è stato concreto come già aveva fatto vedere contro il Belgio e, in parte, con la Croazia. Tant’è che dopo il vantaggio nessuno dei magrebini ha pensato di tirare i remi in barca e aspettare la fine. Al contrario, al 22’ arriva anche il raddoppio. Meraviglia per gli occhi e per la geometria il lancio di Hakimi, un parabola a rientrare che innesca En-Nesyri. La difesa canadese è distratta e troppo fragile. Così per l’attaccante del Siviglia è più facile segnare il 2-0. La partita è finita, almeno sembra. Il Marocco domina e gestisce, mentre il Canada (che cercava il primo punto storico a un Mondiale) fatica a capirci qualcosa. Poi l’episodio che rimette tutto in gioco: uno sfortunato tocco di Aguerd che inganna il portiere e vale il più classico e doloroso degli autogol. L’1-2, però, non basta per ringalluzz­ire il Canada. Che al terzo di recupero incassa anche il terzo, ma En-Nesyri è in offside.

REAZIONE. Nella ripresa il ct Herdman ridisegna la squadra, e infatti il Canada ha tutto un altro ritmo. Il Marocco, poi, frena un po’; un errore di valutazion­e che rischia di essere controprod­ucente. Se ne accorgono tutti al 26’ quando, da un angolo di Hoilett, Hutchinson, 40 anni, colpisce di testa in area di rigore: traversa, linea, disperazio­ne. Incredibil­e. Di più il contro-colpo di testa di Johnston sulla ribattuta che accarezza la traversa ed esce. Con il Canada così vicino al gol, Regragui capisce che non si può aspettare la fine. E allora rimpolpa difesa e centrocamp­o. Con Amrabat sempre in campo, ovviamente. L’ultimo brivido è nelle mani di Bounou, portiere marocchino, che rischia il patatrac. Ma era la serata del Marocco.

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ANSA Sofyan Amrabat, 42 gare in nazionale

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