Come balla la Signora dell’atletica «Il mio Mondiale tra Messi e CR7»
Prima azzurra a volare sopra i due metri stasera la Simeoni dalla Carlucci su Rai1 «Tifavo per il Senegal. Peccato non ci sia l’Italia, in tv mi diverto»
«Troppo facile tifare Brasile, Argentina o Francia. Io ho tifato per il Senegal perché è una squadra che mi diverte: avete visto il balletto che fanno i giocatori in riscaldamento? Eppoi io in Senegal ci andavo ad allenarmi d'inverno». Dopo il successo con “il Circolo degli Anelli”, la trasmissione su Rai2 in diretta ogni sera durante l'Olimpiade di Tokyo, in cui si rivelò apprezzato punto di riferimento, Sara Simeoni è tornata ad essere disincantata mattatrice nel “Il Circolo dei Mondiali”, programma ideato e condotto da Alessandra De Stefano in onda ogni sera su Rai1 al termine della partita serale dei Mondiali di Qatar 2022. Alla conduzione c'è sempre la direttrice di Rai Sport, che ha voluto riconfermare la squadra della felice esperienza “olimpica”: con Simeoni, infatti, ci sono anche l'ex campione di ginnastica Jury Chechi, oltre a Diego Antonelli, vice direttore di Rai News 24.
Nell'estate di un anno fa “Sua Altezza” Sara mise in mostra a sorpresa grandi qualità di sapienza, brillantezza e ironia con forme e linguaggi di rottura rispetto al passato, diventando, alla soglia dei 70 anni, personaggio cult e leader della generazione 2.0.
«Cerco di essere sempre me stessa, nel calcio non sono ferratissima, ma so che quando la palla va in rete è gol. Lo seguo distrattamente ma il Mondiale l'ho sempre seguito con più attenzione e curiosità: c'è sempre da imparare, nel calcio soprattutto». Sara confida nelle dritte del marito Erminio Azzaro, già suo allenatore: «Lui di partite non se ne perde una. Ricordo quando ci allenavamo a Formia durante i Mondiali del 1982 per seguire i match in diretta mi costringeva ad andare in pedana in orari impossibili. Poi la sera, quando la Nazionale vinceva, salivamo in auto con il Tricolore al vento facendo i caroselli lungo Via Vitruvio».
Pioniera dello sport femminile, quando l'investimento era sempre e solo per l'attività al maschile, Sara è sempre stata la prima in tutto con la sua leggerezza nei voli in pedana come davanti alla telecamera, in cui si è riscoperta trent'anni dopo. La prima azzurra a volare oltre i 2 metri, con quel record del mondo stabilito nell'assenza della Rai al campo scuola di Brescia l'8 agosto del 1978 quando fissò il record del mondo a 2,01. E la prima nella storia della televisione a interrompere il Tg per la diretta del suo duello proprio con l'eterna rivale Ackermann, ultima grande interprete dello stile ventrale, nella finale d'oro all'Olimpiade di Mosca 1980.
Prima donna nel ruolo di portabandiera quattro anni dopo ai Giochi di Los Angeles, quando salì ancora sul podio con l'argento al collo così come aveva fatto a Montreal 1976. Traguardi significativi che nel 2014 le valsero l'elezione di “Atleta del Centenario”, insieme ad Alberto Tomba, in occasione dei 100 anni del Coni.
Il primo approccio con il calcio ai tempi del liceo: «Le finestre davano sul vecchio Bentegodi e spesso spiavamo gli allenamenti dei calciatori del Verona. Ai tempi di Valcareggi a volte mi allenavo con loro e alla fine della seduta alcuni giocatori saltavano con me in pedana: li battevo sempre». Ha conosciuto e ammirato Valcareggi e Zoff, ma anche Gigi Riva e Facchetti, così come molti giocatori della Juve: «Erano i tempi in cui ero tesserata (con Mennea, ndr) per la Sisport Torino presieduta da Gianpiero Boniperti, quando andavano a Torino mi incontravo spesso con Scirea e Tardelli: parlavamo di tutto, poco di calcio». Secondo Mondiale senza l'Italia: «Mi dispiace, pensavo che la squadra innovativa con la quale Mancini ha vinto l'Europeo durasse di più nel tempo. Ma di motivi per seguire Doha 2022 non mancano: ho un occhio particolare per Messi e Ronaldo».
Dall'esordio internazionale, quando poco più che adolescente partecipò ai campionati europei di categoria di Parigi nel 1970, al fianco di un altro giovane dalle belle promesse, un certo Pietro Mennea. Ai bordi del vecchio e glorioso Stade Colombes, sede di Giochi olimpici del 1924, ricordo l'atmosfera disincantata di quella primissima esperienza premonitrice di quello che sarebbe stato solo due anni più tardi nell'esordio olimpico di Monaco 1972. Dal titolo europeo nella fredda notte di Praga del 1978, all'incontro con Erminio Azzaro, prima allenatore e poi compagno di vita, dagli infortuni a quell'ultima apparizione, nell'ombra, agli Europei di Stoccarda 1986, in cui si celebrò la supremazia continentale dei nostri fondisti che andarono ad occupare i tre gradini del podio dei 10.000 metri (Mei, Cova, Antibo).
Dall'oblio che ne seguì al sofferto inserimento nel tessuto scolastico come insegnante di educazione fisica, fino al ruolo di testimone di un'era pioneristica che aveva indicato la via verso una maggiore consapevolezza alle nostre ragazze.
In occasione del ritorno in Tv l'ex regina delle pedane ha affidato alla penna di Marco Franzelli una bellissima autobiografia, “Una vita in alto”. In cui il vicedirettore di Rai Sport, forgiatosi professionalmente nelle telecronache dell'atletica al fianco di Paolo Rosi, accompagna Sara nel suo affascinante «viaggio nel tempo» attraverso lunghe conversazioni in cui si ripercorrono ricordi, riflessioni, gioie e amarezze di una vita non solo al servizio dello sport agonistico, come i rapporti a volte burrascosi con le istituzioni sportive. Fino al significativo e inaspettato successo televisivo. L'autobiografia mette in risalto il valore delle imprese di Sara alla luce del ruolo che oggi hanno le donne nel nostro sport, la cui presenza non è più marginale ma sempre più preponderante nel medagliere azzurro.
«Quando varco gli studi Rai di Corso Sempione sono sempre un po' emozionata. In trasmissione cerco di divertirmi e di farvi divertire come lo scorso anno. Temo solo cosa mi fanno indossare ogni volta e cerco di stare attenta a non scherzare troppo con i luoghi comuni, da quelle parti mi dicono siano un po' permalosi». E stasera Simeoni ospite allo show di Rai1 condotto da Milly Carlucci, “Ballando con le stelle”. Sara sarà ballerina per una notte.
«In pedana battevo sempre i giocatori del Verona»
«Ricordo nell’82 i caroselli in auto con Erminio per gli azzurri»