Corriere dello Sport

Veleno Suarez «A sbagliare fu il Ghana»

Dodici anni fa in Sudafrica il controvers­o episodio per l’accesso alle semifinali «Io toccai la palla con la mano e venni espulso però fu il calciatore africano a fallire il rigore Non ho responsabi­lità. L’Uruguay è tranquillo»

- Di Roberto Zanni

Dopo due partite ai Mondiali l'Uruguay deve ancora segnare. Attacco a secco e per passare agli ottavi non solo basterà vincere oggi con il Ghana, ma anche vedere quello che farà la Corea del Sud contro il Portogallo, con gli asiatici attualment­e appaiati ai sudamerica­ni con un solo punto, ma avvantaggi­ati dalla differenza reti, -1 contro il -2 di Suarez e compagni. Già il Pistolero: sembra proprio che nel match decisivo riprenderà il posto da titolare che con il Portogallo aveva ceduto a Cavani. Ieri infatti il bomber all time della Celeste, 68 centri in 136 gare, si è presentato alla conferenza stampa pre-partita, parlando anche della sfida di 12 anni fa, Mondiali del Sudafrica, quando Uruguay e Ghana si affrontaro­no per l'accesso alle semifinali che poi dagli 11 metri promosse la Celeste. Il Pistolero fu il grande protagonis­ta, ma nella sua porta sostituend­osi al proprio portiere per respingere un pallone con la mano. Per questo nel Paese africano lo vedono come il diavolo. «Io toccai la palla con una mano - le sue parole - ma fu il giocatore del Ghana a fallire poi il rigore, io fui espulso, non ho nessuna responsabi­lità». E non ha voluto nemmeno fare caso alla parola rivincita, pronunciat­a dagli avversari. «Chi parla così aveva otto anni e nemmeno si ricorda o ha visto quelle immagini». Poi il Pistolero ha ricordato un altro episodio, questa volta clamoroso. «Feci una “cagada” con Giorgio (Chiellini, il morso del 2014) e dopo ho giocato contro di lui, gli ho dato la mano e un abbraccio».

TENSIONI.

Ha deluso finora l'Uruguay e le parole pronunciat­e dopo il ko con CR7 e compagni da Gimenez («Non siamo andati in campo per vincere, come nella prima partita») e Cavani («perché la squadra non riesce a ritrovarsi? Bisogna chiederlo ad Alonso») hanno rivelato una certa tensione. Un difficile rapporto con il ct? Non è così per Suarez. «Appena finita una partita un giocatore può dire cose che vengono male interpreta­te, non è stato un messaggio per l'allenatore». Ma è indubbio che non tutto fila liscio: lo ha mostrato il volto dello stesso Suarez, tenuto in panchina con il Portogallo, prima volta nella sua storia Mondiale a non essere titolare e entrare a gara iniziata. E con il Ghana stesso destino, riserva, dovrebbe toccare anche a Godin, capitano e recordman di presenze in nazionale.

L'ULTIMA VOLTA.

Suarez non vuole nemmeno pensare a chiudere con una delusione nel suo addio alla World Cup. «Se sei un punto di riferiment­o - ha concluso - devi prenderti le responsabi­lità nei momenti difficili ma anche sfruttare quello che è il mio ultimo Mondiale. Mi dà fastidio trovarmi così perché abbiamo qualità e giocatori per essere in un'altra situazione, ma l'uruguaiano è abituato a soffrire e sono anche tranquillo perché è in questi momenti che rende di più. Al 98 per cento siamo gli stessi che a quattro giornate dalla fine delle qualificaz­ioni rischiavam­o di non essere in Qatar, abbiamo saputo rispondere e difendere la maglia della Seleccion».

Il Pistolero smorza i toni però Cavani attacca Alonso «La colpa è sua»

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GETTY IMAGES Luis Suarez riprende il suo posto in attacco dopo il turno di stop contro il Portogallo

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