Corriere dello Sport

Da Calciopoli alla Supercazzo­la cosa raccontano le intercetta­zioni

Bertola: «È grave come nel 2006 e stavolta ce la siamo creata noi» Cherubini: «Paratici esagera e non sente ragioni, Marotta lo frenava»

- Di Filippo Bonsignore

La Consob che «tanto supercazzo­liamo». Fabio Paratici che, secondo il direttore sportivo Federico Cherubini, avrebbe «spinto troppo» sulle plusvalenz­e. La situazione «così brutta» da ricordare «Calciopoli» ma «qui ce la siamo creata noi». Frammenti di telefonate tra dirigenti attuali o passati della Juventus (ma anche con soggetti esterni al club) che sono state intercetta­te dagli inquirenti; parole, captate dalla Guardia di Finanza, che danno uno spaccato del modus operandi del club bianconero durante la verifica della Consob, iniziata nel luglio del 2021, che aveva come tema proprio le plusvalenz­e.

«In quindici anni una situazione così brutta non me la ricordo; faccio un solo paragone: Calciopoli. Ma lì tutti ci davano addosso; qui ce la siamo creata noi» riassume Stefano Bertola, ex direttore finanziari­o del club bianconero, il 22 luglio 2021, durante una cena in un ristorante del centro di Torino con Federico Cherubini. Le parole di Bertola, che è tra gli indagati, secondo gli inquirenti sarebbero lo specchio della situazione; al contrario, secondo una interpreta­zione difensiva, potrebbero sempliceme­nte spiegare le difficoltà a gestire una situazione delicata, simile per gravità a quella successiva allo scandalo del 2006.

PLUSVALENZ­E. Il faro degli investigat­ori è sulle plusvalenz­e che sarebbero state adottate dalla Juventus per dare ossigeno ai bilanci in difficoltà: la mente del sistema sarebbe Fabio Paratici, ex responsabi­le dell’area tecnica della Juve. Ancora Cherubini: «Io l’ho detto più volte a Fabio (Paratici, ndr): è una modalità lecita ma hai spinto troppo. Fabio si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente. Lui rispondeva: non ci importa. O metti 4 o metti 10, nessuno ti può dire nulla». E ancora: «Con Fabio non si poteva ragionare. Finchè c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. In un’altra conversazi­one lo stesso Cherubini dice: «Per fortuna alla luce delle recenti visite ci siamo fermati». E le «visite» sono gli accertamen­ti della Consob.

E Cerrato parla di come superare l’ostacolo Consob alla “Amici miei”

AMICI MIEI. Ci sono anche le conversazi­oni del successore di Bertola, Stefano Cerrato, ad essere finite nelle intercetta­zioni. «Tanto la Consob la supercazzo­lamo» diceva parlando con un collega a proposito dell’operazione con il Marsiglia per i giovani Tongya e Aké, in stile “Amici Miei”. Ma anche per lo scambio con il Barcellona tra Pjanic e Arthur, quando ha una telefonata con Roberto Grossi, revisore dei

conti di Ernst&Young. Dice Cerrato, ex direttore finanziari­o: «Sarebbe opportuno dargli (alla Consob, ndr) un riferiment­o di un principio contabile o qualcosa del genere. Cioè posso supercazzo­larli in un modo un po’ più raffinato? Invece di dire solo questo?». E Grossi suggerisce: «Non usare il termine “aleatoriet­à” che è troppo forte, meglio usare “soggettivi­tà”».

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GETTY IMAGES Da sinistra: Cherubini, Nedved, Paratici

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