«Abbiamo ingolfato la macchina»
L’allarme di Agnelli con l’ad Arrivabene. La riunione con gli altri club sui diritti tv: «Ci schiantiamo...»
TORINO - Sempre nuovi elementi emergono dalle carte della Procura di Torino. Il filone delle presunte plusvalenze fittizie e soprattutto delle «manovre stipendi» hanno portato a diversi capi d'accusa, i principali restano quelli di falso in bilancio e false comunicazioni al mercato, riguardo gli esercizi del triennio 2018-2021. Già depositata la richiesta di rinvio a giudizio per la Juventus e dodici persone tra dirigenti ed ex dirigenti, tra i quali Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. «Fatti i conti della serva noi dovevamo fare per star tranquilli, un aumento di 650 milioni, non di 400... per sanare», si legge in un'intercettazione di Arrivabene tra le carte della richiesta di applicazione di misure cautelari (respinta dal Gip) presentata dai pm lo scorso 30 giugno. «Non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene. Dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la m... perché è tut
ta la m... che sta sotto che non si può dire», sono invece queste parole di Agnelli ad Arrivabene del 3 settembre 2021.
IL SISTEMA. All'interno del lavoro di indagine sulle plusvalenze emerge anche in questo caso tutta una serie di side letter («Io quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori, perché dovessimo andare in giudizio viene fuori che ho fatto falso in bilancio», confida Luca Percassi a Paratici a margine della trattativa per la cessione di Romero dall'Atalanta al Tottenham) e di partnership che secondo i pm mettono «in pericolo lealtà della competizione sportiva» oltre a sviluppare «rapporti di debito/credito tra le società opachi». Meritano segnalazioni dedicate i rapporti con Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese. Fuori contesto invece il richiamo a una riunione del 23 settembre 2021 a casa di Agnelli con diversi dirigenti («Percassi, Preziosi, Marotta, Scaroni, Campoccia, Fenucci»), «Dal Pino» (allora presidente Lega) e «Gravina» (presidente Figc): incontro dedicato a temi di Lega in cui si parlò di Media Company e riforme, a questo si riferivano anche queste parole del giorno dopo di Agnelli, «Spero nasca qualcosa di utile sennò ci schiantiamo pian pianino».
GLI AGENTI. Ampio spazio alla questione delle fatturazioni per operazioni inesistenti ai procuratori sportivi. Gli inquirenti avrebbero individuato infatti compensi previsti per intermediazioni non effettuate ma necessarie per pagare debiti pregressi (prassi del «sistemare su»). Diverse intercettazioni riguardano, tra gli altri, Davide Lippi: «Devo piglià 4 e 50 di vecchio, sono due anni che sto aspettando di mettere a posto i soldi vecchi...che ti devo
dire, cioè l'operazione di Spinazzola», che invece vide come mediazione Gabriele Giuffrida. Soldi che Lippi avrebbe voluto ritrovare grazie al rinnovo di Chiellini di agosto 2021 («Finalmente con questo rinnovo io posso sistemare le mie cose, questi erano gli accordi con Fabio») nonostante l'opposizione di Agnelli che si era oc2018-2021 cupato in prima persona di quella trattativa («Che ha fatto? Due telefonate a Spinazzola», «E di Giorgio non ha mai fatto un c... Davide»), la soluzione individuata da Cherubini fu in altre operazioni prive di intermediari. Nelle carte spunta poi l'«affaire Soulé», secondo il quale per gli inquirenti si confermerebbe un quadro di «opacità» e «illiceità» nel quale si muove la Juve: un «incarico fiduciario» consegnato al notaio Tardivo e datato 9 ottobre 2019 sottocritto da Cesare Gabasio e Santigo Liotta per il «potenziale conferimento, al compimento della maggiore età di Soulé, di origine argentina, di un futuro mandato esclusivo per l'eventuale rinnovo di contratto». Si tratterebbe di un «aggiramento della normativa sportiva circa l'impossibilità di concludere un mandato (con previsione di provvigioni) a soggetto terzo, prima dei 18 anni. La classica postergazione fittizia del mandato».