Corriere dello Sport

Il lampo di Vlahovic però il tris vincente è svizzero

Nei minuti finali si sfiora la rissa: tensioni etniche nate nella sfida del ‘18 in Russia e mai dimenticat­e Xhaka e compagni si regalano la sfida con Ronaldo La Serbia si conferma squadra piena di talento ma incapace di equilibrio e con amnesie difensive

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

La Svizzera si guadagna Ronaldo, la Serbia saluta il Qatar. Uno spareggio da playstatio­n, più che da campionato del mondo, emette un verdetto logico. Agli ottavi accede la squadra più organizzat­a e lucida. Non così solida, perché ha concesso molto all’avversario, ma almeno capace di resistere nella fase di difficoltà e di colpire nel momento giusto. Per la Serbia invece siamo alle solite: tanti talenti assemblati male, anche per colpa di scelte inadeguate di Stojkovic, che da calciatore era un grande fantasista ma da allenatore non ha previsto la fase difensiva.

SCARAMUCCE. La Svizzera è stata brava a ridimensio­nare il peso delle assenze. Non è semplice rinunciare in una partita decisiva al portiere (Sommer) e a un centrale difensivo (Elvedi), vittime dell’influenza da aria condiziona­ta. Ma il ct Yakin non si è scomposto. Nemmeno all’annuncio delle formazioni quando i tifosi serbi hanno fischiato Xhaka e Shaqiri, i due giocatori originari del Kosovo che avevano esultato con il gesto dell’aquila albanese dopo il gol decisivo nello scontro diretto di Russia 2018. Ci ha pensato lo stesso Shaqiri a replicare con i fatti al rientro dall’infortunio: al primo tentativo, ha segnato con l’aiuto di una deviazione di Pavlovic e subito è andato sotto la curva avversaria mettendo il dito sulla bocca e mostrando il nome sulla maglia. Terzo gol in tre Mondiali diversi.

IMPREVEDIB­ILITÀ. Ma la partita era pazza. Squadre lunghe, disattente, pigre. La Serbia sullo 0-0 aveva già colpito un palo con Zivkovic mentre la Svizzera, dopo appena 20" di gioco, aveva sollecitat­o due miracoli di Vanja Milinkovic, su Embolo e su Xhaka. Non c’era ordine né logica in quello che accadeva. Tutto era lasciato alle iniziative e agli errori individual­i anche perché Stojkovic aveva varato una squadra molto offensiva con Vlahovic finalmente titolare accanto a Mitrovic, più Tadic trequartis­ta, Sergei Milinkovic mezzala e Kostic esterno. O la va o la spacca, in una partita da vincere e basta. Proprio grazie alla forza d’urto, la Serbia ha ribaltato il punteggio in tempi rapidi: Mitrovic di testa e - con esultanza polemica e volgare - Vlahovic di sinistro hanno illuso che la situazione stesse volgendo al meglio. In entrambi i casi, vanno rimarcati i due assist strepitosi di Tadic e le disattenzi­oni svizzere: nel secondo gol è stato un incauto retropassa­ggio di Shaqiri, che già si era mangiato il possibile 2-1, a innescare la ripartenza. Akanji, dopo un buon inizio, è stato due volte anticipato dal diretto avversario.

RISPOSTA. Il problema dei serbi però è non saper gestire, tanto più con la squadra spezzata in due senza un incontrist­a nel mezzo. Contro il Camerun avevano buttato via la vittoria facendosi sorprender­e da due palloni lunghi senza pretese. Stavolta hanno concesso un comodo fraseggio a Sow e Widmer, che ha pizzica

to in mezzo Embolo pronto ad appoggiare in rete il 2-2 giusto prima dell’intervallo. Secondo gol al Mondiale per l’attaccante del Monaco e mazzata tremenda per la Serbia, che è rientrata malissimo in campo. Dopo un fallaccio a centrocamp­o di Sergei, in ombra per i problemi alla caviglia e anche per la collocazio­ne tattica, ecco il controsorp­asso firmato dall’ex atalantino Freuler.

ASSALTO. Era splendida l’azione svizzera, compreso l’assist di tacco di Vargas, ma inspiegabi­le l’immobilism­o di chi avrebbe dovuto difendere. Neanche in allenament­o si concedono gol così. Quando Stojkovic ha riequilibr­ato la squadra, era ormai tardi. La stanchezza e lo scoramento di chi si sentiva scacciato dal Mondiale hanno concesso alla Svizzera di arrivare al traguardo, anche se la rete del Camerun ha rischiato di riaprire il discorso-qualificaz­ione. Tensione nel finale, dopo un gestaccio di Xhaka alla panchina serba: non è finita in rissa ma quasi.

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 ?? ?? L’esultanza scomposta di Vlahovic dopo il bel gol di sinistro a incrociare realizzato sfruttando una leggerezza della squadra svizzera. A fine partita sono saltati i nervi dei serbi
L’esultanza scomposta di Vlahovic dopo il bel gol di sinistro a incrociare realizzato sfruttando una leggerezza della squadra svizzera. A fine partita sono saltati i nervi dei serbi

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