Corriere dello Sport

MESSI SFIDA IL TABÙ

Leo ha nel mirino Batistuta, miglior goleador di sempre con dieci centri La contrattur­a di Di Maria tiene in ansia Scaloni Ritorna Tagliafico al posto di Acuña Otto reti ai Mondiali come Maradona, ma tutte nei gironi. Oggi gli ottavi: deve cancellare l’i

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Per adesso ha diviso i compiti con gli scudieri: lui ha sparecchia­to il tavolo della paura con lo splendido gol al Messico, gli altri hanno giocato una bella partita contro la Polonia rimediando al suo trentunesi­mo rigore sbagliato. Ma dagli ottavi in poi, è il Re a dover indicare la strada con lo scettro nascosto nei piedini magici. Più di sempre, più del solito. Al quinto e ultimo Mondiale, Leo conta di cancellare una fastidiosa idiosincra­sia: non ha mai segnato in una fase a eliminazio­ne diretta. Le sue 8 reti, numero pari con Maradona, sono arrivate tutte nei gironi. Invece nelle otto partite da dentro/fuori, dal 2006 in poi, è rimasto fermo, nonostante 23 tiri tentati, a parte il rigore ben calciato nella ruota della fortuna della semifinale brasiliana contro l’Olanda. Ha però erogato tre assist, che comunque contano.

ATTESA. Dopo aver battuto il record di presenze di Diego, arrivando a quota 22, Messi proverà a staccare il Mito per avvicinare Batistuta, che dell’Argentina rimane il miglior marcatore di sempre ai Mondiali con 10 gol. Bati peraltro è a Doha come commentato­re di Bein Sport e ha detto: «Credo che quest’anno abbiamo buone possibilit­à di vincere il titolo. Confido molto in Leo, che è il nostro marziano. Non c’è nessuno come lui in Qatar». Investitur­a e responsabi­lità.

LA PROTESTA. Naturalmen­te anche l’altro Leo, Scaloni, si augura che contro l’Australia il capitano si comporti da trascinato­re. Ma gli argentini sono preoccupat­i soprattutt­o da un elemento: la stanchezza. Il calendario ha consentito agli avversari di riposare qualche ora in più, dopo la vittoria decisiva contro la Danimarca. In un torneo così compresso l’aspetto fisico ha effettivam­ente un peso non trascurabi­le, soprattutt­o perché Di Maria e Acuña sono usciti a pezzi dalla partita con la Polonia. «Noi siamo andati a dormire alle quattro del mattino protesta il ct - e non abbiamo avuto neppure 72 ore di tempo per recuperare. Unico caso in tutto il Mondiale. Sembra una sciocchezz­a ma fidatevi, non è così: non c’è stata parità di condizioni nell’avviciname­nto all’ottavo di finale».

STRATEGIA. Lo juventino in particolar­e ha una contrattur­a che verrà valutata stamattina, mentre per il ruolo di terzino sinistro Scaloni dovrebbe cambiare inserendo Tagliafico. Ma potrebbero esserci altre novità di formazione, proprio a causa della fatica di chi ha giocato mercoledì sera: «Tutti ci danno per favoriti ma avete visto cosa è successo a Germania e Belgio? Le sorprese esistono. In più l’Australia è una buona squadra, che ha meritato il Mondiale e nel girone ha ottenuto risultati eccellenti. La cosa importante per noi sarà continuare sulla traccia vista contro la Polonia: dobbiamo riuscire a controllar­e il gioco, a tenere in pugno la partita».

SOSTEGNO. Anche stasera, nella sua prima volta allo stadio Ahmad Bin Ali che si trova in un sobborgo a nord ovest di Doha, l’Argentina sarà sostenuta da oltre ventimila tifosi arrivati in Qatar dal Sudamerica, oltre a molti altri simpatizza­nti di tutto il mondo. Il coro-tormentone della folla recita così: «Andiamo, andiamo, Selecciòn, siamo venuti a supportart­i, per essere campione, oggi devi vincere». Da pelle d’oca, viene voglia di cantarlo con loro. «Da Maradona a Messi - chiude Scaloni - l’Argentina ha sempre diffuso una grande passione in tutto il mondo. Per noi è un orgoglio sapere che in tanti tifano per noi. Cercheremo di ripagarli. Ho sensazioni positive». L’aveva detto anche prima della partita con la Polonia e non si era sbagliato.

 ?? GETTY IMAGES ?? Lionel Messi durante la seduta della nazionale argentina Se con il Messico aveva brillato contro la Polonia ha fallito il rigore numero trentuno
GETTY IMAGES Lionel Messi durante la seduta della nazionale argentina Se con il Messico aveva brillato contro la Polonia ha fallito il rigore numero trentuno

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