PERCHÉ È NECESSARIO CHE PARTA QUESTA RIFORMA DELLO SPORT?
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Dopo 20 anni la legge 289/2002 viene riformata, in maniera da chiarire, finalmente, i numerosi punti d’ombra emersi negli anni di applicazione - che si prestavano a numerose interpretazioni. Per evitare gli stessi errori ci siamo già attivati per redigere un vademecum applicativo in collaborazione con il Ministro dello Sport Andrea Abodi, con il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo - per le questioni afferenti alla fiscalità - e con il Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon per le questioni giuslavoristiche;
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I contratti degli sportivi sono gli unici contratti ad essere tuttora senza contribuzione. Crediamo che tutti i lavoratori debbano poter beneficiare dei contributi previdenziali e assistenziali;
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ANIF, con più di 10 emendamenti
presentati a 3 diversi Sottosegretari e Ministri dello sport, ha chiesto ed ottenuto un alleggerimento importante del peso economico dei contributi per quanto riguarda i centri sportivi dilettantistici. Basti pensare che dal 33% iniziale (di contribuzione) si è scesi al 25% circa e per i primi 5 anni al 12,50% circa. La contribuzione si applica inoltre per la sola parte eccedente l’importo di 5.000€. Poiché i centri sportivi hanno l’onere di pagare due terzi dei contributi (un terzo spetta al percipiente), nel primo quinquennio (dove l’aliquota sarà pari al 12,5% circa) l’importo che dovranno pagare, oltre la trattenuta al percipiente, corrisponderà all’ 8,25% quindi ogni 1.000€ percepiti dal lavoratore la società pagherà, da gennaio, 82,50 €. Da nostre proiezioni, fatte con i bilanci di SSD e ASD, la maggiore spesa risulta contenuta e quindi sostenibile;
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Il percipiente sarà soggetto al pagamento delle imposte a partire non più dai 10.000 € ma oltre l’importo di 15.000 €;
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Riassumendo i costi, ad esempio per un emolumento annuale di 12.000€, il centro sportivo pagherà annualmente per i contributi un importo pari ad euro 584 circa mentre il percipiente un importo pari ad euro 292 circa, oltre i contributi previsti per l’INAIL (ancora in definizione ma sostenibili fino ad un massimo del 2-3%); in caso di un emolumento annuale pari a euro 18.000 avremmo circa 1.084 euro di contributi conto azienda (e circa 542 euro da trattenere al dipendente) a cui aggiungere i contributi INAIL; a questo si aggiunga la trattenuta al dipendente delle imposte che ammonteranno a circa 510 euro annue;
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La legge riconosce i contratti di
collaborazione coordinata e continuativa degli sportivi come tipici fino ad un massimo di 18 ore settimanali; oltre tale soglia (18 ore) è possibile prevedere contratti di collaborazione coordinata e continuativa ma non godranno della presunzione di legge. Anche qui interverremo per far innalzare la soglia da 18 a 30 ore settimanali in quanto riteniamo che nel settore, quello delle Co.Co. Co., sia il contratto più adatto, in quanto facilita la mobilità degli istruttori/allenatori e conferisce meno vincoli;
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La Riforma dello sport è finalmente
una legge che, in un unico testo, ricomprende tutte le normative fiscali, tributarie e giuslavoristiche e quindi difficilmente contestabile. Un altro importantissimo motivo per l’entrata in vigore, il prossimo 1° gennaio 2023, è far cessare tutti i contenziosi innescati dall’attuale legge - notevolmente aumentati nell’ultimo periodo.