«Così si salva lo sport di tutti»
Martedì 6 dicembre (10.30) allo Stadio Olimpico, un convegno dedicato alla nuova legge Duregon, n.1 di ANIF: «Ringrazio le persone che ci hanno aiutato in questo lungo percorso. È un riconoscimento vitale per il ruolo sociale che svolgiamo»
lla fine è sempre una questione di equilibri ecoAnomici
che, finalmente, questa Riforma dello Sport sembra avere a cuore. Così, dopo tanta attesa, Giampaolo Duregon presidente di ANIF, l’Associazione che dà voce ai centri sportivi italiani (oggi 70.000 nel registro del Ministero, prima della pandemia erano 100.000), ha voluto radunare tutti gli attori più importanti di questa autentica svolta normativa capace di certificare, numeri e fatti alla mano, quanto sia determinante questa legge ai fini del corretto sviluppo dell’attività dei centri stessi. Spiegare con ancora maggiore chiarezza quali vantaggi porta a tutti coloro che ne fruiranno.
Martedì 6 dicembre alle ore 10,30 nella cornice dello Stadio Olimpico, è infatti in programma l’ultima tappa di 12 che conclude il tour di presentazione della riforma, di fatto un convegno intitolato “Riforma dello Sport, finalmente è legge!” alla presenza del Ministro dello Sport Andrea Abodi, del Viceministro di Economia e Finanza Maurizio Leo, del Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli e del Presidente del CSI Vittorio Bosio. «Ci auguriamo ancora una volta - spiega Duregon - che come da approvazione, la legge inizi la sua azione dall’1 gennaio 2023 perché da nostre proiezioni fatte sui bilanci di piccole medie e grandi ASD e SSD, l’impatto economico è effettivamente sostenibile. Le piccole associazioni, in quanto tali, hanno un numero limitato di collaboratori per poche ore e quindi fruiscono del massimo dell’agevolazione. Parliamo di un settore, ultimo caso in Italia, che finalmente introduce i contributi nei contratti di collaborazione sportiva, cosa che andava fatta da tempo e che l’ANIF aveva già ottenuto con la legge 205 del 27 dicembre 2017».
Già, questa riforma ha avuto davvero una genesi lunghissima, da quel progetto datato appunto 2017, pubblicato in quell’anno dall’On Sbrollini e poi approvato con molti tagli a fine anno. La legge fu poi abrogata a luglio 2018 dall’allora sottosegretario allo sport Giorgetti in funzione di una successiva riforma dello sport che lui pubblicò nella primavera del 2019. Da quel momento ANIF ha presentato più di 10 emendamenti per rendere sostenibile l’impatto della riforma. Emendamenti reiterati nel tempo, prima con lo stesso Giorgetti, poi con il Ministro Spadafora e poi con la Sottosegretaria Vezzali. L’iter ha visto la sua conclusione tra luglio e settembre di quest’anno con l’accettazione di quasi tutte le proposte ANIF, fatta eccezione del limite delle 18 ore settimanali per il riconoscimento “da legge” del contratto coordinato e continuativo.
«Cogliamo l’occasione - conclude Duregon - anche per ribadire che i 70mila centri sportivi italiani iscritti al registro del Ministero, hanno un ruolo importantissimo nell’avviamento allo sport di milioni di giovani, nella prevenzione attraverso l’esercizio fisico controllato per gli adulti con notevole abbattimento della spesa pubblica sanitaria e infine come massima espressione la preparazione dei giovani atleti di vertice per mondiali e Olimpiadi. Ecco perché la Riforma dello Sport riconosce di fatto il ruolo fondamentale svolto dai centri sportivi e contemporaneamente fa fare loro un importante salto di qualità. A maggior ragione, in questo lungo percorso, ANIF non può non essere grata a quanti, presentando i tanti e continui emendamenti proposti hanno avuto a cuore il bene del settore.