Corriere dello Sport

Rebellin, trovato il camionista

Le indagini sulla morte dell’ex azzurro

- Di Giorgio Coluccia ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alla guida c’era un camionista di 62 anni e il mezzo risulta di proprietà di una società di spedizioni tedesca. Chi ha travolto e ucciso Davide Rebellin ha un nome e un volto, le telecamere di videosorve­glianza l’hanno inchiodato in tutto il suo disarmante cinismo.

Stando ai testimoni, subito dopo l’impatto si è anche avvicinato alla vittima per poi ripartire in tutta fretta senza chiamare i soccorsi. L’altro aspetto inquietant­e è la recidività: lo stesso soggetto aveva già patteggiat­o una pena per violazione dell'obbligo di fermarsi dopo un incidente in cui aveva ferito alcune persone nel 2001, nei pressi di Foggia. In più, nel 2014 gli era stata ritirata la patente a Chieti per guida in stato di ebbrezza.

La famiglia di Rebellin nelle ultime ore aveva chiesto giustizia, ma il cerchio degli inquirenti aveva già iniziato a stringersi inesorabil­mente. «Possiamo accettare qualsiasi errore umano, ma non possiamo sopportare l'idea di fuggire dal luogo dell’accaduto» aveva detto il fratello Carlo, uno dei primi ad arrivare sul posto nei pressi di Montebello Vicentino.

Attualment­e, il camionista si trova in Germania. È stato denunciato a piede libero, ma non può essere messo in stato di fermo in quanto il codice penale tedesco non prevede il reato di omicidio stradale. La procura della Repubblica di Vicenza ha aperto un fascicolo per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. Da una serie di indagini serrate condotte con l’Interpol è emerso che l’autista era arrivato in Italia mercoledì stesso (giorno della tragedia) per caricare la merce all'interporto di Verona. Successiva

È un 62enne tedesco: nel 2014 gli ritirarono la patente. Si è fermato a guardare Davide, poi la fuga

mente, è tornato in Germania, dirigendos­i prima a Berlino per alcune consegne e poi rientrando a Recke, in Renania Settentrio­nale, da dove era partito.

Intanto, la Procura di Vicenza ha disposto l'autopsia sul corpo di Rebellin. Per questo motivo le esequie sono state rinviate e il magistrato ha già disposto il sequestro della salma. Nella tardo pomeriggio di ieri il colonnello Moscati, comandante dei Carabinier­i di Vicenza, ha aggiunto: «Una volta identifica­to il mezzo, abbiamo attivato una minuziosa ricostruzi­one dei successivi spostament­i del cittadino tedesco. Non sappiamo se ciò basterà ad alleviare il dolore, ma rivolgo il ringraziam­ento a chi ha sostenuto le forze dell’ordine nelle ricerche». Il mezzo pesante è stato ripreso dalle telecamere di sorveglian­za mentre stava entrando nell’area di sosta, poco dopo il tragico incidente. Il mezzo indagato era poi rimasto fermo nel piazzale per circa 4’ prima di ripartire. Ieri il corridore Alessandro De Marchi ha postato un duro video messaggio sui social: «Non esiste alcuna infrazione del codice stradale compiuta da ciclista o pedone potenzialm­ente mortale come quella commessa da un veicolo a motore. Un auto è una pistola con il colpo in canna, mettetevel­o in testa».

Ma in Germania non c’è il reato di omicidio stradale ed è a piede libero

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ANSA Così era ridotta la bici di Rebellin dopo l’incidente

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