Corriere dello Sport

PIÙ MESSI CHE MAI

La Pulce (ieri alla millesima partita) non tradisce: ora la sfida all’Olanda nei quarti dopo una serata che ha riservato anche tanta sofferenza, con una clamorosa occasione neutralizz­ata da Martinez al 97’

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il boato finale dei ventimila argentini è un lungo sospiro di sollievo. L’Argentina vince e si guadagna il quarto di finale con l’Olanda ma deve ringraziar­e due dei tre Martinez per aver custodito il tesoro scoperto da Leo Messi, alla millesima partita della carriera, e consolidat­o da Alvarez. Lisandro ed Emiliano, difensore e portiere, hanno estratto dal loro repertorio due interventi spaventosi per frenare la rimonta dell’Australia, che torna a casa con tanti rimpianti dopo essersi dimostrata all’altezza dell’avversario: l’impresa è stata solo sfiorata.

Lionel trascina l’Argentina: suo il gol che sblocca la gara, poi il raddoppio di Alvarez. Autorete di Fernandez e brividi nel finale, ma l’Australia non fa il miracolo

SOFFERENZA. Per l’Argentina è bello soprattutt­o il risultato. Analizzand­o la performanc­e invece si è rivista la squadra che aveva sofferto con il Messico, con l'aggravante di aver concesso molto di più in difesa: l’ultimo quarto d’ora è stato rischiosis­simo. In questo ha forse inciso la stanchezza perché Scaloni, nonostante le proteste per il calendario compresso, ha deciso di cambiare un solo giocatore rispetto alla vittoria con la Polonia: l’acciaccato Di Maria ha lasciato spazio al Papu Gomez. L’idea era insistere su un blocco che aveva funzionato. Ma stavolta l’Argentina ha incontrato maggiori difficoltà a divincolar­si perché di fronte aveva un rivale molto compatto, raggomitol­ato in una ventina di metri, con la difesa sufficient­emente lontana dalla propria area di rigore. Con l'aggressivi­tà dei suoi guastatori, l’Australia è riuscita per 35 minuti a evitare pericoli e anzi non ha concesso neppure un tiro in porta mentre i conduttori del gioco, lenti e prevedibil­i, non sapevano da che parte entrare.

In questi casi serve il colpo di genio, l’individuo fuori contesto, a scardinare il lucchetto. Messi ha capito dove infilarsi quando Mac Allister ha alzato improvvisa­mente il ritmo in verticale cercando Otamendi, rimasto in area per la precedente punizione laterale. La palla è finita quasi casualment­e sul piede sinistro migliore, trasforman­dosi in un piattone imparabile. Primo gol in una fase a eliminazio­ne diretta per Messi, ora a -1 da Batistuta nella classifica marcatori argentini ai Mondiali (9).

CONTROLLO. Sembra facile, a raccontarl­a così, ma non è vero. Si è trattato del flash di un autovelox, di quelli che ti fanno imprecare quando ormai la multa è stata contabiliz­zata. Più semplice si annunciava la gestione successiva

della partita, per l’Argentina, che aveva sciolto l’ansia da gol. Ma siccome Scaloni temeva la stanchezza, nel secondo tempo ha modificato lo schieramen­to sostituend­o Gomez (dolorante) con un difensore, Lisandro Martinez: dal 4-3-3 ibrido è passato al 3-5-2 con l’obiettivo di congelare il risultato. A rassicurar­lo ha provveduto il portiere australian­o Ryan, che ha sfidato nel palleggio il pressing di due avversari insieme: De Paul e Alvarez. Julian ne ha approfitta­to piazzando in porta il raddoppio - secondo gol consecutiv­o - prima che il ct australian­o Arnold potesse organizzar­e una replica.

PROSPETTIV­E. Avanti di due dopo meno di un’ora, l’Argentina ha sbagliato tutto. Ha creduto che la questione fosse chiusa con tanto tempo ancora da giocare. E l’Australia, con cinque sostituzio­ni, è incredibil­mente tornata in partita: con fortuna, sul tiro di Goodwin deviato in porta da Enzo Fernandez, ma anche con audacia, quando il nuovo entrato Lisandro Martinez ha fermato all’ultima tappa lo slalom di Behich, terzino sinistro interessan­te anche se indiscipli­nato. E al minuto 97, Emiliano Martinez ha dovuto sbarrare la strada a Kuol con tutto il corpo: sarebbe stato il 2-2.

Per un blackout collettivo l’Argentina ha quasi dissipato la dote mentre il redivivo Lautaro, subentrato ad Alvarez, aveva sparato in curva e sul portiere due buone cartucce per riabilitar­si. Contro l’Olanda certe leggerezze non saranno ammesse.

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La festa di Lionel Messi, 35 anni, dopo il gol (in alto a destra) che ha sbloccato la sfida contro l’Australia. In alto a sinistra, il cerchio in campo dei giocatori argentini
GETTY IMAGES Fenomenale La festa di Lionel Messi, 35 anni, dopo il gol (in alto a destra) che ha sbloccato la sfida contro l’Australia. In alto a sinistra, il cerchio in campo dei giocatori argentini
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