PIÙ MESSI CHE MAI
La Pulce (ieri alla millesima partita) non tradisce: ora la sfida all’Olanda nei quarti dopo una serata che ha riservato anche tanta sofferenza, con una clamorosa occasione neutralizzata da Martinez al 97’
Il boato finale dei ventimila argentini è un lungo sospiro di sollievo. L’Argentina vince e si guadagna il quarto di finale con l’Olanda ma deve ringraziare due dei tre Martinez per aver custodito il tesoro scoperto da Leo Messi, alla millesima partita della carriera, e consolidato da Alvarez. Lisandro ed Emiliano, difensore e portiere, hanno estratto dal loro repertorio due interventi spaventosi per frenare la rimonta dell’Australia, che torna a casa con tanti rimpianti dopo essersi dimostrata all’altezza dell’avversario: l’impresa è stata solo sfiorata.
Lionel trascina l’Argentina: suo il gol che sblocca la gara, poi il raddoppio di Alvarez. Autorete di Fernandez e brividi nel finale, ma l’Australia non fa il miracolo
SOFFERENZA. Per l’Argentina è bello soprattutto il risultato. Analizzando la performance invece si è rivista la squadra che aveva sofferto con il Messico, con l'aggravante di aver concesso molto di più in difesa: l’ultimo quarto d’ora è stato rischiosissimo. In questo ha forse inciso la stanchezza perché Scaloni, nonostante le proteste per il calendario compresso, ha deciso di cambiare un solo giocatore rispetto alla vittoria con la Polonia: l’acciaccato Di Maria ha lasciato spazio al Papu Gomez. L’idea era insistere su un blocco che aveva funzionato. Ma stavolta l’Argentina ha incontrato maggiori difficoltà a divincolarsi perché di fronte aveva un rivale molto compatto, raggomitolato in una ventina di metri, con la difesa sufficientemente lontana dalla propria area di rigore. Con l'aggressività dei suoi guastatori, l’Australia è riuscita per 35 minuti a evitare pericoli e anzi non ha concesso neppure un tiro in porta mentre i conduttori del gioco, lenti e prevedibili, non sapevano da che parte entrare.
In questi casi serve il colpo di genio, l’individuo fuori contesto, a scardinare il lucchetto. Messi ha capito dove infilarsi quando Mac Allister ha alzato improvvisamente il ritmo in verticale cercando Otamendi, rimasto in area per la precedente punizione laterale. La palla è finita quasi casualmente sul piede sinistro migliore, trasformandosi in un piattone imparabile. Primo gol in una fase a eliminazione diretta per Messi, ora a -1 da Batistuta nella classifica marcatori argentini ai Mondiali (9).
CONTROLLO. Sembra facile, a raccontarla così, ma non è vero. Si è trattato del flash di un autovelox, di quelli che ti fanno imprecare quando ormai la multa è stata contabilizzata. Più semplice si annunciava la gestione successiva
della partita, per l’Argentina, che aveva sciolto l’ansia da gol. Ma siccome Scaloni temeva la stanchezza, nel secondo tempo ha modificato lo schieramento sostituendo Gomez (dolorante) con un difensore, Lisandro Martinez: dal 4-3-3 ibrido è passato al 3-5-2 con l’obiettivo di congelare il risultato. A rassicurarlo ha provveduto il portiere australiano Ryan, che ha sfidato nel palleggio il pressing di due avversari insieme: De Paul e Alvarez. Julian ne ha approfittato piazzando in porta il raddoppio - secondo gol consecutivo - prima che il ct australiano Arnold potesse organizzare una replica.
PROSPETTIVE. Avanti di due dopo meno di un’ora, l’Argentina ha sbagliato tutto. Ha creduto che la questione fosse chiusa con tanto tempo ancora da giocare. E l’Australia, con cinque sostituzioni, è incredibilmente tornata in partita: con fortuna, sul tiro di Goodwin deviato in porta da Enzo Fernandez, ma anche con audacia, quando il nuovo entrato Lisandro Martinez ha fermato all’ultima tappa lo slalom di Behich, terzino sinistro interessante anche se indisciplinato. E al minuto 97, Emiliano Martinez ha dovuto sbarrare la strada a Kuol con tutto il corpo: sarebbe stato il 2-2.
Per un blackout collettivo l’Argentina ha quasi dissipato la dote mentre il redivivo Lautaro, subentrato ad Alvarez, aveva sparato in curva e sul portiere due buone cartucce per riabilitarsi. Contro l’Olanda certe leggerezze non saranno ammesse.