Corriere dello Sport

«Argentina, che gioia Siamo 26 guerrieri»

Dalla scommessa di Martinez al finale emozionant­e

- Di Roberto Zanni

Messi, Messi e ancora Messi, però all'ultimo secondo l'eroe dell'Argentina per un momento ha cambiato nome: Emiliano 'Dibu' Martinez, perché quella sua respinta sul tiro di Garang Kuol è stata per tutti miracolosa. Ha evitato i supplement­ari e fatto partire la grande festa. «Abbiamo sofferto, il loro pressing era molto alto, poi nel secondo tempo siamo migliorati - così ha spiegato l'incontro il portiere dell'Aston Villa - la partita quando siamo andati sul 2-0 era controllat­issima, poi dal niente il gol loro, la palla che ha colpito un nostro compagno, ma abbiamo avuto anche quattro, cinque occasioni da gol che non siamo riusciti a concretizz­are. Poi però il Cuti (Cristian Romero) ha cominciato a buttare fuori tutti i palloni, il Licha (Lisandro Martinez) ci ha messo il piede salvando la porta e alla fine sul loro ultimo tentativo sono riuscito a salvare la porta. È il mio primo Mondiale, cerco di fare il meglio che posso ed è quello che apprezzo. L'Olanda? Un gran rivale, una nazionale con tanta qualità».

Ma quella respinta non si dimentiche­rà in fretta, festeggiat­a da tutti i compagni come il gol più bello di Messi. Ma prima del fischio d'inizio dell'incontro Martinez aveva anche spiegato i colori della bandiera Argentina che si era fatto tingere su un lato della testa. «Una scommessa con Pezzella, Rodriguez e Acuña, grazie a Dio ce l'ho fatta e non li ho delusi».

Romero: Abbiamo finito soffrendo ma dimostrand­o carattere e gioco Siamo qui con un solo obiettivo

DUE ORE DI FESTA. Dal Dibu Martinez al Cuti Romero, un altro difensore che alla fine si è ritagliato un posto da protagonis­ta in una vittoria che ha visto tutta l'Argentina prima attaccare e poi difendere il successo. «Questa è una gioia enorme - le prime parole del giocatore del Tottenham - Sfortunata­mente abbiamo finito soffrendo anche per merito dei nostri rivali, dopo che avevano trovato il gol per una deviazione. Ma abbiamo dimostrato carattere, determinaz­ione, gioco, una squadra con personalit­à. Felice perché può succedere di tutto, ma questo gruppo butta in campo fino all'ultima goccia di sudore».

Poi ancora una volta un passo indietro, quell'Arabia che poteva distrugger­e tutto... «Certo - continua - nessuno se l'aspettava, però credo che quella sconfitta sia servita, per renderci più forti nella testa, per andare a giocare le seguenti partite come se tutte fossero una finale di un Mondiale. Perché siamo venuti qui con un solo obiettivo e quel ko ci è stato utile».

Ma per tutta l'Argentina, dal primo all'ultimo giocatore, dallo staff tecnico a tutti coloro che accompagna­no la Seleccion in Qatar non c'è mai troppo tempo per pensare al successo conquistat­o, si guarda avanti e ora il prossimo obiettivo si chiama Olanda. «Un avversario molto complicato - conclude il Cuti tutti conosciamo gli ottimi gio

catori che ha. Noi questo successo lo festeggere­mo un'ora o due e già domani, anzi oggi stesso comincerem­o a pensare come giocheremo contro i nuovi avversari. Siamo 26 guerrieri e tutti siamo preparati, pronti, sarà poi il tecnico che deciderà l'undici da schierare».

E il ct Scaloni in sala stampa ha spiegato così la partita: «Faticato nel primo tempo, Leo ha aperto la lattina - le sue prime parole - quindi abbiamo corretto alcune cose e penso che alla fine la squadra non meritasse di subire quei minuti. Abbiamo avuto le opportunit­à per fare altri gol. Abbiamo incontrato un avversario molto difficile, una nazionale che ha le idee chiare, che pressa in maniera intelligen­te». E su Di Maria, in panchina ma indisponib­ile per un problema muscolare non ha dato troppi aggiorname­nti. «Speriamo che con il passare dei giorni - ha concluso - possa migliorare e sia disponibil­e».

Il ct Scaloni: Leo ha aperto la lattina e ci siamo corretti Di Maria? Vedremo

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GETTY I giocatori dell’Argentina a fine partita si godono la festa dei tifosi sugli spalti

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