Dumfries con lo stile Inter «Non penso al Chelsea»
«Sono orgoglioso del mio club Grande riscatto per me e Blind: eravamo stati criticati troppo Van Gaal? Sul 2-0 insoddisfatto»
Denzel ha cacciato Washington. Fuori gli americani, va avanti l’Olanda, spinta dal trattore dell’Inter. Due assist e un gol. Dumfries si è messo nella scia di Crujiff (1974) e Rensenbrink (1978), gli unici due giocatori dell’Olanda capaci di partecipare a tre reti in una singola partita dei Mondiali. Strapotere fisico e tecnico sulla fascia destra. Ora chissà quanto lieviterà il prezzo del suo cartellino, valutato circa 60 milioni dall’Inter. A gennaio non partirà, a giugno non si può escludere una cessione. «L’interesse del Chelsea lo interpreto come un complimento - ha spiegato Denzel - ma anche indossare la maglia di una grande squadra come l’Inter è un grande complimento e ne sono orgoglioso. La mia testa è rivolta al Mondiale e al mio club». Simone Inzaghi ieri lo stava applaudendo davanti alla tv. Si è visto lo schema tipico degli allenatori che privilegiano la difesa a tre e chiedono agli esterni di seguire l’azione: da “quinto a quinto”, abbinando il cross e la conclusione dei due giocatori di fascia. Dumfries ha innescato Blind in occasione del raddoppio e il terzino dell’Ajax ha ricambiato l’assist per il 3-1 dell’interista. Robinson, il terzino sinistro del Fulham, non ha opposto resistenza: spazzato via. «Ero concentrato e sono contento di aver aiutato la squadra. Nei giorni scorsi io e Blind avevamo ricevuto molte critiche. Ci voleva questa prova» ha raccontato l’interista ai media olandesi, svelando le richieste di Van Gaal durante l’intervallo. «Nello spogliatoio, nonostante ci trovassimo sul 2-0, non era soddisfatto. Ci ha detto che avremmo potuto esercitare maggiore pressione sulla palla. In alcune circostanze siamo stati passivi». L’Inter lo ha ricoperto di affetto. Gli sono arrivati anche i complimenti social
di Gosens, che lo prendeva in giro per la foto senza sorriso.
RIPOSO. Ha scherzato Van Gaal, cercando di allentare la pressione sugli Orange in attesa dei quarti. «Concederò un giorno libero ai giocatori. Non devono vedermi, altrimenti si stancano di me». Ai tempi di Michels, mogli e fidanzate frequentavano il ritiro. Ora no. Il ct olandese ha sottolineato cosa ha funzionato. «Il nostro piano era creare spazio e ci siamo riusciti, segnando un gol più bello dell’altro. Dumfries e Blind sono stati fantastici, incredibile trovare la porta con i due terzini». Meno bene dietro. «Quando l’avversario ha la palla, facciamo tutto bene. Non siamo bravi nel possesso. Perdiamo troppi palloni. Bisogna fare meglio, altrimenti non si diventa campioni del mondo. E’ quello che vo
gliamo o no?» ha aggiunto Van Gaal. Convinzione, consapevolezza. Ci credono sul serio.
CRESCITA. Gli Usa, invece, hanno salutato il Qatar. «Non ce l’abbiamo fatta, ma non posso rimproverare niente ai miei. Hanno messo in campo tutto quello che avevano». Il bilancio della partecipazione, per il ct Berhalter, resta positivo. «Sono orgoglioso del gruppo. C’è una chiara identità nel team, si vede il talento in campo e abbiamo fatto dei progressi, anche se con l’Olanda non siamo riusciti a dimostrarli». Tyler Adams, il capitano, ha parlato di movimento in crescita. «Abbiamo dimostrato di poterci stare, è un segnale per il calcio statunitense. Ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Ora siamo più vicini alle grandi del mondo».