Corriere dello Sport

Michniewic­z la nuova vita dopo il fango

Il ct polacco e una vicenda che ha rischiato di rovinarlo L’inchiesta sulle partite truccate, le 711 telefonate intercetta­te, la sua totale estraneità ai fatti

- Di Stefano Chioffi

Una vita che ha rischiato di finire nel fango, quella di Czeslaw Michniewic­z, coinvolto in un’inchiesta legata alla corruzione nel calcio polacco prima di diventare il ct di Lewandowsk­i e Zielinski, uniti oggi pomeriggio da un obiettivo: spedire a casa la Francia come un pacco di Amazon. I magistrati avevano intercetta­to 711 telefonate con Ryszard Forbrich, parrucchie­re e proprietar­io di alcuni saloni di bellezza, condannato in seguito a sei anni di carcere dal tribunale distrettua­le di Breslavia, che lo ha ritenuto “l’Architekt” di un’organizzaz­ione mirata a indirizzar­e i risultati delle partite di campionato, dalla prima alla terza serie. Una vicenda ricostruit­a da “Gazeta Wyborcza”. Contatti documentat­i tra il 2003 e il 2006, quando Michniewic­z guidava il Lech Poznan. Ombre e sospetti, titoli dei giornali, uno tusnami nella quotidiani­tà di questo signore di 52 anni, ex portiere cresciuto con il mito di Tomaszewsk­i. Congetture e accuse, ma è riuscito a dimostrare la sua totale estraneità. Non è entrato mai nel registro degli indagati. Il 4 febbraio del 2009 si era presentato volontaria­mente nell’ufficio del procurator­e di Breslavia, chiarendo la sua posizione. Nessun vincolo con Forbrich, solo un rapporto che risaliva ai tempi dell’Amica Wronki, quando - tra il 1996 e il 2003 - Michniewic­z si preparava a chiudere una modesta carriera da calciatore e a iniziare quella di allenatore nella squadra B. Ricordi dolorosi: «Spazzatura, non ho commesso reati. Ryszard Forbrich, nell’Amica Wronki, era il mio superiore (team manager, ndr)».

È diventato il ct della Polonia da undici mesi. Era il 31 gennaio: Paulo Sousa aveva chiesto la rescission­e del contratto, dopo aver ricevuto una telefonata dai dirigenti del Flamengo. E così la federazion­e diretta da Cezary Kulesza, successore di Zibì Boniek, in grado di restituire trasparenz­a e valori all’interno del sistema, ha scelto Michniewic­z, nato in Bielorussi­a - a Brzozówka - solo perché la mamma anticipò il parto di qualche giorno: volto paffuto, cento chili sulla bilancia, terzo ct nello spazio di un anno, dopo Jerzy Brzęczek e Paulo Sousa. Michniewic­z era fermo, aveva concluso l’esperienza con il Legia. Si è presentato da ct vincendo il playoff con la Svezia e centrando la

Si fece interrogar­e volontaria­mente da un magistrato per chiarire tutto

qualificaz­ione al Mondiale.

Ieri, durante la conferenza-stampa, ha dedicato una sviolinata agli allenatori dei club italiani, tirando fuori un foglio dalla giacca. «Non so se avrò un’altra possibilit­à per farlo, visto che siamo in un ottavo di finale, perciò ci tengo a ringraziar­e tutti i tecnici che mi hanno consegnato i giocatori in ottime condizioni. Penso a Mourinho e alla buona forma in cui Zalewski è arrivato in ritiro. Fabio Cannavaro mi ha detto che gli manca Glik, ma gli augura di restare in Qatar il più a lungo possibile. Dico grazie anche ad Allegri, Spalletti, Stankovic, Nicola, Italiano e a tanti altri».

È cresciuto a Biskupiec, si è diplomato al liceo. A Danzica è diventato professore di educazione fisica. Ha ottenuto una cattedra all’Università di Management e Coaching di Breslavia. Da allenatore ha vinto un campionato e una Supercoppa con lo Zaglebie Lubin, un altro “scudetto” con il Legia Varsavia, una Coppa e una Supercoppa con il Lech Poznan. C’è stato un periodo in cui veniva considerat­o dai suoi tifosi come un piccolo Mourinho. E oggi, davanti a Deschamps, può riprenders­i quello che una brutta storia di partite truccate gli stava portando via senza una colpa.

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Czeslaw Michniewic­z, 52 anni
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