Corriere dello Sport

L’ex Atalanta ha trascinato la Svizzera agli ottavi Freuler: Sì, la Roma c’è stata ma fin quando non si firma...

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Decisivo e incontenta­bile. Remo Freuler ha mandato a casa la Serbia e tenuto al riparo la Svizzera da brutte sorprese, certifican­do la qualificaz­ione agli ottavi con la rete del 3-2. Eppure a fine partita si rimprovera per non essere stato perfetto: «Nel primo tempo ho commesso un errore che ci è costato un gol. Nell’intervallo non ero soddisfatt­o di me e ho pensato che avrei dovuto riscattarm­i nella ripresa. Per fortuna sono riuscito a segnare, era il minimo che potessi fare per la squadra». Sei anni e mezzo nell’Atalanta, poi un’offerta bizzarra che ha deciso di accettare: il Nottingham Forest gioca in Premier League ma lotta ogni giorno per restarci, senza alcuna garanzia sul futuro. L’Atalanta ha sorriso, incassando 12 milioni per un calciatore che si avviava verso la scadenza del contratto. Freuler ha preparato un trolley in fretta e furia ed è partito.

Perché, Remo? In tanti lasciate il calcio italiano per andare in Inghilterr­a, anche scegliendo squadre medio-piccole.

«Non è stata una decisione facile. A Bergamo ero a casa, mi sentivo parte di una famiglia, ho ancora tanti amici all’Atalanta e fuori dal campo. Ma dopo sette anni sentivo l’esigenza di cambiare. Sono nato nel 1992, non sono più un ragazzino, ho creduto fosse il momento giusto».

Non sarà che la Serie A ha perso appeal e competitiv­ità agli occhi di un calciatore straniero?

«Non penso questo. Basta guardare la Champions League: tre squadre su quattro si sono qualificat­e per gli ottavi. In Italia si gioca ancora ad alti livelli. Io ho fatto una scelta ponderata ma magari altri avrebbero preferito altre strade».

Il Nottingham è un club glorioso, che ancora vive del mito di Brian Clough e delle due coppe Campioni vinte di fila tra il 1979 e il 1980. Come sta andando lassù?

«Mi sto ambientand­o. Non è male, è un bel posto. Ora poi sto giocando con continuità. Ma ovviamente l’Italia mi manca, sarei un ipocrita a dire il contrario. Da voi sono cresciuto anche come uomo».

Anche all’Italia manca qualcosa: il Mondiale. La sua Svizzera ha contribuit­o a determinar­ne l’eliminazio­ne.

«Beh, però ci avete messo del vostro... Noi siamo un piccolo Paese ma abbiamo dimostrato negli ultimi anni di essere forti. Abbiamo ottenuto grandi risultati».

Se aveste segnato un altro gol contro la Serbia avreste vinto il girone davanti al Brasile. «Ce ne siamo resi conto dopo. Peccato, perché ci è capitata qualche ripartenza che avremmo potuto sfruttare meglio. Poco male. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che volevamo, anche se nello scontro diretto con i brasiliani avremmo potuto fare meglio. Ora sotto con il Portogallo».

Contro Ronaldo tutti vi danno per spacciati.

«Siamo abituati, siamo sempre considerat­i sfavoriti. Non c’è problema. Io però dico che possiamo giocarci le nostre carte. Siamo arrivati a un buon punto e non abbiamo paura di nessuno. Un po’ di ambizione è normale».

Ci sono già state tante sorprese. La Svizzera che elimina il Portogallo è quasi un risultato contemplab­ile.

«Non c’è più un grande dislivello tra le squadre. Il calcio si è evoluto, le piccole hanno studiato e lavorato per migliorare e si sono avvicinate alle grandi tradiziona­li. La Germania e l’Uruguay sono uscite, anche la Spagna ha rischiato l’eliminazio­ne. Per me tutto questo è abbastanza comprensib­ile».

In conclusion­e, è vero che Freuler è stato cercato da altre squadre italiane prima che arrivasse il Nottingham Forest?

«Mah, è possibile».

Una squadra interessat­a era sicurament­e la Roma.

«Ci sono sempre voci di mercato. E forse sì, con loro c’è stato qualcosa. Ma finché non metti nero su bianco nel calcio non esiste niente di concreto».

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy