Giappone e Croazia su un piano inclinato
I nipponici cercano un’altra impresa con i vice campioni mondiali I maestri Modric e Kovacic in allerta Moriyasu vince senza possesso palla
Meglio non togliere la palla a Holly e Benji, non vi perdoneranno: corse e scatti disumani, tiri pieni di effetto e traiettorie impossibili, come nel cartone animato dei due fuoriclasse giapponesi che ci facevano impazzire davanti alla tv negli anni Ottanta. Ne sanno qualcosa Germania e Spagna. Flick è stato fatto fuori, Luis Enrique ha rischiato grosso. Quando è entrato Doan, il trequartista del Friburgo, i Samurai Blu si sono scatenati, rovesciando il Mondiale. Sembravano Holly e Benji. Viaggiavano come i treni ad alta velocità, abbattendo il muro del suono e disintegrando i teorici del palleggio. Non si chiama tiki taka, ma controllo del gioco. In Qatar sta andando a farsi benedire. Il dato, segnalato da Opta, fa riflettere: il Giappone ha tenuto la media del 32,3% di possesso nelle tre partite del girone, di cui il 26% contro la Germania e appena il 17,7% per mettere sotto la Spagna. Quei due successi hanno permesso a Moriyasu di chiudere al primo posto con 6 punti. L’unica volta in cui la sua squadra ha “fatto” la partita (56,8% di possesso), è finita malissimo con la Costa Rica (0-1).
QUALITÀ. Ecco perché oggi la Croazia, vice campione del mondo in Russia nel 2018, non potrà affatto scherzare. Il centrocampo forse più ricco di estro e di fantasia del mondo verrà messo a dura prova. Modric, Brozovic e Kovacic dovranno muovere la palla così bene, con assoluta precisione e con un solo tocco, per evitare la pressione feroce, la ricerca della profondità e la rapidità degli scattisti nipponici, a cui basta poco per segnare. Il fraseggio potrebbe non bastare. «Il Giappone ha il minor possesso palla del torneo, ma non manca di qualità nei passaggi. Sono tenaci, perseveranti. Non si arrendono. Applicheranno la filosofia del guerriero samurai. Non dovremo sottovalutarli, giocando con la stessa mentalità. Siamo sullo stesso piano» ha spiegato il ct Dalic, rivendicando l’orgoglio croato e la voglia di andare avanti, ripetendo il cammino di quattro anni fa. «La popolazione della Croazia è di 4 milioni di abitanti, rappresentiamo il Paese più piccolo tra le qualificate agli ottavi. E’ un miracolo. Siamo diventati una forza del calcio mondiale». Modric, anni 37, ex Pallone d’Oro e miglior giocatore in Russia, dovrà illuminare ancora a lungo la nazionale croata, con cui si confronteranno anche gli azzurri a giugno 2023 nella Final Four di Nations. «Non sarà il suo ultimo torneo. La sua professionalità, le sue condizioni, il suo lavoro per migliorarsi non hanno precedenti. Non bastano i miei complimenti». L’unico dubbio è legato a Borna Sosa: noie muscolari, forse il terzino sinistro dello Stoccarda non verrà rischiato.
Nagatomo evoca lo spirito samurai «Serve coraggio nella battaglia»
Dalic rivendica l’orgoglio croato «I nostri risultati sono un miracolo»
CORAGGIO. Moriyasu dovrà rinunciare a Itakura, squalificato. Nagatomo, bandiera e capitano del Giappone, ha evocato lo spirito dei samurai. «Penso sia una grande opportunità per dimostrare al mondo come sappiamo combattere. Servirà coraggio. I samurai, prima di andare in battaglia, lucidavano le armi e cercavano di migliorare la tecnica. Ci hanno tramandato un insegnamento: se sei spaventato, non riuscirai a usare il tuo talento. Accade lo stesso nel calcio. Se abbiamo paura in campo, la tecnica e la tattica sono inutili: la prima condizione». Il Giappone ha raggiunto gli ottavi per la quarta volta. Battere la Croazia significherebbe centrare il sogno (senza precedenti) dei quarti. Moriyasu sta trasmettendo convinzione. «Il Giappone ha sempre dimostrato organizzazione, ma senza talento niente è possibile e i miei giocatori, negli ultimi quattro anni, sono diventati più forti».