Corriere dello Sport

L’Italnuoto vola sull’acqua

Gli azzurri tornano da Melbourne con 16 medaglie e 2 record del mondo Solo Usa e Australia davanti alla nostra Nazionale. Il dt Butini «Parte la cavalcata verso Parigi»

- Di Paolo de Laurentiis ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se il Mondiale di vasca corta doveva essere il primo passo del lungo viaggio verso Parigi 2024, allora siamo sulla strada giusta. L’Italia del nuoto chiude la rassegna di Melbourne con altri quattro podi, che portano il totale a sedici. Eguagliato il bottino complessiv­o dell’anno scorso con un argento in più e un bronzo in meno (5 ori, 6 argenti e 5 bronzi il conto finale di Melbourne) in una manifestaz­ione di livello altissimo che gli azzurri hanno affrontato con una squadra di soli 19 elementi, cui è mancata per problemi fisici dell’ultima ora l’apporto di Simona Quadarella.

E poi i record: due mondiali (staffetta 4x50 mista e 4x100 stile libero), quattro europei, otto italiani più 28 presenze in finale. Una dimostrazi­one di grande compattezz­a che mette l’Italia tra le potenze del nuoto, alle spalle soltanto delle corazzate Australia e Stati Uniti.

Ieri è mancata solo la ciliegina sulla torta della staffetta 4x100 mista, bronzo con il record europeo a soli otto centesimi dalla medaglia d’oro condivisa da Usa e Australia. Sempliceme­nte spettacola­re.

CERTEZZE. E’ davvero tutto oro quello che luccica. Normale poi che nell’arco di una settimana qualcosa sia sfuggito per pochi centesimi (gli ori di Martinengh­i ad esempio e anche la staffetta di ieri) così come qualcosa sia arrivato. Ma l’Italia ha raccolto comunque quello che ha seminato, grazie ai suoi campioni più esperti (Paltrinier­i: oro negli 800 e nei 1.500, titolo bissato otto anni dopo il successo di Doha), ai giovani ricchi di talento (Ceccon, re dei 100 misti ma anche molte altre grandi cose messe in mostra in Australia), ai nuovi che si affacciano sulla ribalta internazio­nale come dimostrato dalla finale dei 50 rana, con Martinengh­i secondo davanti all’altro azzurro Cerasuolo, classe 2003. Solo un esempio di come i grandi campioni diventano poi stimolo per tutto il movimento.

DUBBI. Non bisogna però trascurare le difficoltà del settore femminile, fermo restando il peso dell’assenza di Simona Quadarella che tra 800 e 1.500 qualcosa avrebbe raccolto. L’unica medaglia porta la firma di Sara Franceschi (bravissima) nei 400 misti. Sul resto c’è molto da lavorare ma non lo scopriamo a Melbourne. Fuori condizione Benedetta Pilato che merita di prendersi tutto il tempo che le serve per tornare al top: è un patrimonio del nuoto italiano, non c’è niente di strano nel faticare più degli altri negli anni della crescita. Chiude comunque il 2022 con l’oro europeo e mondiale in vasca lunga nei 100 rana. Criticare lei è come criticare Nadal che perde alle Finals di fine anno dopo aver vinto due Slam nella stagione.

Il bilancio del dt Cesare Butini è più che positivo: «Il Mondiale ha dimostrato ancora una volta che con le individuai­ltà si fa un gruppo. Siamo pronti per una stagione che sarà lunghissim­a: da gennaio tireremo dritti fino all’Olimpiade anche se sappiamo che in vasca lunga è un’altra cosa. Siamo stati protagonis­ti durante tutto l’anno tra Budapest, Roma e Melbourne. Siamo pronti per la cavalcata olimpica che passerà dal Mondiale estivo di Fukuoka, prima banco di prova verso Parigi 2024».

La sfida ora è far crescere il movimento femminile: «Conoscevam­o le difficoltà e dobbiamo mettere a punto alcune situazioni. Pilato non era in condizione e ha avuto anche problemi influenzal­i, ottima Sara Franceschi sul podio nei 400 misti, bene Panziera che si è confermata ad alto livello nei 200 dorso. L’obiettivo è creare anche con le ragazze quello spirito vincente che adesso è una caratteris­tica dei maschi».

«Settore maschile al top, lavoreremo per far crescere quello femminile»

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ANSA Nicolò Martinengh­i 23 anni

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