Retegui sa come volare E ora canta il nostro inno
Un’altra notte da sogno per l’attaccante italo-argentino Emozionante il prepartita e ancora più intensa la gara L’ha sbloccata nel primo tempo e ha avuto un’altra occasione nel secondo Non solo colpi anche tanto movimento Di nuovo in gol a Malta, secondo
Igol della nostra liberazione continua a segnarli lui, Retegui. Anche la partita di Malta gli è appartenuta. Non si sa quanto continuerà il suo incantevole momento magico e se mai proseguirà su questi ritmi. Ma nei suoi colpi, due in due partite come Chinaglia, Orsolini e Chiesa, c’è tutto il senso di una sofferenza risolta, inflittaci dal destino che ci ha lasciato a corto di centravanti di razza (a parte Immobile, milite ferito). Sta diventando sempre più sicuro di sè, Mateo Retegui. Con quegli occhi carichi di sfida sta dando il massimo per ricambiare il regalo di Mancini e conquistare un intero Paese, per segnare per conto e nome degli italiani. A Malta ha cantato l’inno di Mameli, migliorerà con l’italiano, il senso di appartenenza è anche condivisione di origini e valori. Retegui ci sta convincendo di non essere un attaccante qualunque, ma di poter essere un centravanti vero, da combattimento, che può darci tante soddisfazioni: «E’ un goleador», ha detto Mancini.
LA PARTITA. Lusinghieri sono i segnali di Retegui, ammirevoli i suoi numeri (due gol in due partite con tre tiri). Dopo il senso della porta evidenziato contro l’Inghilterra al Maradona, a Malta ha dimostrato di avere il dono della scelta di tempo in volo. Sa farci di piede, sa darci di testa, lievitando in aria. Ieri ha colpito svettando da corner, inzuccando imperiosamente nel primo tempo, portandoci avanti dopo 15 minuti. E nel secondo tempo, sullo 0-2, ha sfiorato il bis con un’altra elevazione agile. Ha avuto più occasioni rispetto alla prima partita, decisamente più difficile.
Mancini in partenza aveva associato Retegui a Gnonto e Politano nel tridente di ricambio. Mateo non è mai stato in soggezione in questo doppio esordio. Si sta esibendo con gagliarda intensità, prova sempre a smarcarsi, a strappare metri preziosi in profondità. Ieri nel primo tempo si è proposto spesso per aiutare la squadra. Si è mosso tanto e bene. Prima del gol, in un’occasione, s’è allargato a destra per aprire la difesa maltese, ma ha fallito il retropassaggio. A un certo punto s’è abbassato per aiutare nella fase di non possesso e Mancini ha impartito l’ordine tassativo «devi stare alto» per averlo pronto nella ripartenza.
E’ intraprendente, spigliato, vive di spunti, sa farsi trovare al posto giusto. Era difficile pretendere di più dopo averlo catapultato al centro dell’attacco dell’Italia. Mancini l’ha tenuto in campo 66 minuti, poi l’ha sostituito con Scamacca. Mancio, all’uscita di Retegui, l’ha salutato dandogli una pacca su una spalla. La sua partita in numeri sparsi: un gol con un tiro nello specchio, due fuori, 14 passaggi, 74% di precisione. La sua vivacità è rappresentata da questi dati: 5 tocchi in area avversaria, 2 dribbling riusciti, 3 duelli vinti, 5 persi, un duello aereo vinto, 3 persi (solo Cristante ne ha ingaggiati di più, 8). Difende il pallone, va in pressione.
In 66’ tre tiri totali e tre duelli vinti Torna in Argentina da protagonista
LA PARTENZA. Mateo è uscito stanco, ha vissuto giorni belli ma stressanti. Ma tutto ciò che ha dato e che ha fatto vedere ha giustificato l’azzardo di questo battesimo frettoloso. Tutti adesso parlano di lui, è caccia grossa sul mercato. Ha 23 anni, è comunitario, il prezzo è ancora contenuto (15 milioni) sempre che non si scateni un’asta. Retegui sa che è in ballo per vari club italiani, potendo giocherebbe felicemente in Serie A. E’ atteso in Argentina. Domenica il Tigre giocherà in campionato con il Lanus, presto inizierà la Copa Sudamericana. Mancini continuerà a seguirlo da lontano. Non aveva centravanti e santi reperibili, si è saputo fare la grazia da solo.